Vladimir Putin (Ansa)

editoriali

La macchina della guerra di Putin elude sanzioni. L'Ue deve intervenire

Redazione

Il dodicesimo pacchetto di misure europee deve puntare a fermare le triangolazioni con paesi come la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti o il Kazakistan, grazie a cui la Russia ha trovato nuove vie per procurarsi i beni messi sotto embargo 

Mentre prepara il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, l’Unione europea non deve perdere di vista l’obiettivo di fermare la macchina da guerra del Cremlino in Ucraina. Le nuove misure restrittive dovrebbero colpire i diamanti russi e includere un divieto di esportazione dei prodotti chimici e di tecnologie usati per scopi militari. Secondo Bloomberg, il valore degli scambi toccati dalle nuove sanzioni dell’Ue dovrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro. I precedenti pacchetti hanno avuto un impatto che continua a farsi sentire sull’economia russa. Congelamento delle riserve della Banca centrale, esclusione delle banche dal sistema Swift, divieti di esportazione di vari beni e tecnologie, embargo sull’importazione di diversi materiali e tetto al prezzo del petrolio hanno provocato una caduta del rublo, ridotto le entrate e ostacolato la produzione di armi. Ma più a lungo dura la guerra, più il Cremlino riesce a trovare modi per aggirare le sanzioni europee.

 

Grazie alle triangolazioni con paesi come la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti o il Kazakistan, la Russia ha trovato nuove vie per procurarsi nei paesi europei i beni messi sotto embargo dalla stessa Ue. Nel dodicesimo pacchetto di sanzioni, la Commissione intende affrontare il problema dell’elusione delle sanzioni in modo indiretto. Alcune società di paesi terzi che operano le triangolazioni potrebbero finire nella lista nera dell’Ue. Ma non c’è niente di più semplice da aggirare per il Cremlino: basta creare una nuova società per ricominciare a importare dall’Europa e riesportare verso la Russia. Per quanto politicamente controverso, l’Ue deve affrontare il problema alla radice e sanzionare direttamente i paesi complici nell’elusione delle misure restrittive. Messi di fronte a un embargo sui prodotti europei vietati alla Russia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Kazakistan potrebbero decidere che è meglio continuare a fare affari con l’Ue che aiutare Vladimir Putin nella sua guerra contro l’Ucraina.

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