I razzi sul rave. La strage di Hamas al festival israeliano

Enrico Cicchetti

Almeno 260 persone uccise dai terroristi palestinesi che "sparavano in ogni direzione". Le ricostruzioni dei testimoni. Sui social delle milizie islamiche i video delle brutalità contro alcune giovani donne rapite

È di almeno 260 morti il bilancio dell'attacco di Hamas contro il festival "Supernova", un rave party al quale partecipavano circa tremila persone sabato nel deserto del Negev, vicino al Kibbutz Re'im, a circa cinque chilometri dalla Striscia di Gaza. I primi razzi sono stati lanciati poco prima dell’alba di domenica. Hanno formato un arco nel cielo sulle teste di migliaia di ragazzi che avevano ballato tutta la notte al festival di musica trance. Per settimane gli appassionati avevano atteso il Supernova, presentato come un evento che celebra “amicizia, amore e libertà infinita”, in concomitanza con la festa ebraica di Sukkot. Dopo il lancio di razzi i terroristi palestinesi hanno preso d’assalto il festival e hanno aperto il fuoco sui partecipanti. L'attacco è una parte dell'enorme operazione a sorpresa lanciata da Hamas contro Israele. Secondo l'agenzia Zaka, un gruppo volontario di soccorso, più di 260 corpi sono stati recuperati dal luogo del festival. 

 

Una delle persone presenti al rave, di nome Ortal, ha detto al Canale 12 israeliano che il primo segno che qualcosa non andava è stato quando, intorno all'alba, una sirena ha suonato per avvertire della presenza di razzi. Gli altoparlanti hanno lanciato un "Allarme rosso". I terroristi, ha spiegato la donna, "hanno spento l'elettricità e all'improvviso sono apparsi dal nulla sparando, aprendo il fuoco in ogni direzione". "Una cinquantina di terroristi sono arrivati ​​con furgoni, vestiti con uniformi militari". La gente ha cercato di fuggire, correndo sulla sabbia e salendo in macchina per allontanarsi, ma dalle jeep uomini armati hanno sparato sulla folla e alle auto. Un altro testimone ha detto a Channel 12 che sono sembrate "quattro o cinque ore di un film dell'orrore".

   

  

Esther Borochov ha detto a Reuters che stava andando via quando il suo veicolo è stato tamponato. Ha visto un giovane alla guida di un'altra macchina, che le ha detto di salire. Lo ha fatto, ma l'uomo è stato poi colpito a bruciapelo. Esther ha detto di aver finto di essere morta finché non è stata salvata dall'esercito israeliano. "Non potevo muovere le gambe", ha detto a Reuters dall'ospedale. "I soldati sono venuti e ci hanno portato via tra i cespugli". Molti partecipanti al festival si sono nascosti per ore, sperando nell'intervento dell'esercito israeliano e nell'arrivo dei soccorsi. Gili Yoskovich ha raccontato alla Bbc che si è nascosta in un frutteto vicino. I terroristi "andavano albero per albero e sparavano. Vedevo gente morire ovunque. sono rimasta silenziosissima. Non ho pianto, non ho fatto niente". Alla fine, dopo tre ore, ha sentito alcune voci di soldati israeliani e ha deciso di correre verso la salvezza.

   

 

"È stato un massacro", ha detto Yaniv, un medico d'urgenza chiamato al party, all'emittente pubblica Kan News: "Non ho mai visto niente di simile in vita mia. Era un'imboscata pianificata. Quando le persone uscivano dalle uscite di emergenza, squadre di terroristi li aspettavano e hanno iniziato a eliminarli. C'erano 3.000 persone all'evento, quindi probabilmente lo sapevano. Avevano informazioni di intelligence". 

 

Amici e familiari dei propri cari scomparsi sperano disperatamente di ritrovarli. La sua famiglia ha riconosciuto la ventiduenne tedesca Nicole Shanie Louk in un video terribile trasmesso sui social dalle milizie di Hamas. La giovane è distesa a pancia giù in un veicolo militare nelle strade di Gaza, seminuda e con le gambe spezzate. Il suo viso segnato dal sangue, esposto agli sputi. Intervistata dallo Spiegel, la famiglia della ragazza dice che non smette di sperare che sia viva e che dal video si capisce solo che era "priva di sensi". 

Anche un'altra giovane donna, la 25enne Noa Argamani, è stata registrata in un video mentre viene presa in ostaggio. Moshe Or, il fratello del ragazzo di Noa, ha visto sui social media il filmato del rapimento dei due. "Sapevamo che mio fratello Avinathan e la sua fidanzata Noa Argamani erano alla festa e abbiamo iniziato a preoccuparci. I loro telefoni non erano disponibili e dopo poche ore una squadra di emergenza ci ha contattato dicendo di aver visto un video del loro rapimento. Nel video si vede Noa terrorizzata, che urla in preda al panico su una moto mentre alcuni bastardi la trattengono. Mio fratello, che è un ragazzo grande e grosso, alto due metri, viene trattenuto da cinque persone che lo conducono verso la Striscia, immagino".

I genitori del 23enne americano-israeliano Hersh Golberg-Polin stanno cercando il figlio, che era andato al festival dopo aver festeggiato il suo compleanno. Hanno detto al Jerusalem Post di aver ricevuto due brevi messaggi da lui sabato mattina: "Vi amo" e "Mi dispiace". Tra i dispersi c'è anche l'inglese Jake Marlowe, 26 anni, che lavorava alla sicurezza del rave party.

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti