editoriali
Pechino sponsor della guerra di Putin
Tre compagnie cinesi finanziano l’invasione russa, dice Kyiv. La finta neutralità della Cina
Martedì l’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione (Nacp) ha aggiunto nella sua lista degli “sponsor internazionali della guerra” tre delle più grandi aziende cinesi di petrolio e gas, la China national offshore oil corporation (Cnooc), la China petrochemical corporation (Sinopec) e la China national petrochemical corporation (Cnpc). Secondo Kyiv queste tre compagnie statali starebbero continuando ad acquistare petrolio greggio e gas dalla Russia e a investire in progetti energetici russi: Cnpc e una filiale di Cnooc starebbero anche partecipando a un progetto di gas naturale liquefatto nella penisola di Gyda, in Siberia, l’Arctic LNG-2.
Ora la Cina, con 12 aziende, è il paese con più compagnie presenti nella lista ucraina degli sponsor del terrorismo, e l’ultima aggiunta potrebbe creare non pochi problemi con il governo di Kyiv.
Pechino sin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina si è sempre pronunciata “neutrale”, in occasione dell’anniversario della guerra aveva presentato un “piano di pace” in dodici punti cercando di porsi come potenza mediatrice senza mai condannare esplicitamente l’aggressione di Vladimir Putin, e senza mai chiamarla guerra ma “crisi russo-ucraina”, prestandosi alla propaganda di Mosca. Xi Jinping continua a finanziare la Russia “senza limiti”, la Cnn venerdì scorso scriveva che il commercio tra Mosca e Pechino “è così in espansione che i container si stanno ‘accumulando’” in Russia, mentre un rapporto del New York Times mostra come i nuovi controlli sulle esportazioni in Cina abbiano causato il drastico calo della vendita di droni e parti di droni all’Ucraina. Controlli che però non hanno avuto lo stesso effetto in Russia, con cui il commercio di armi continua senza intoppi: dall’inizio della guerra la Cina ha venduto a Mosca più di 12 milioni di dollari di droni. La lista di Kyiv sbugiarda la neutralità cinese e mostra ancora una volta da che parte sta la Cina, dalla parte di Putin.
la sconfitta del dittatore