Murdoch Succession

Rupert Murdoch lascia News Corp. al figlio Lachlan. Cosa ci dice del suo lascito la lettera di saluti

Stefano Cingolani

Il disprezzo per Trump, la lotta per la libertà d’espressione e gli acciacchi della ditta. Un testamento morale e politico

Il momento è arrivato anche per lui, l’editore sul cui impero non tramontava mai il sole, “lo squalo” che divorava i miti del giornalismo (il Times), creava tv via satellite (Sky), gettava nel cestino l’informazione bipartisan (Fox News), cambiava i destini politici (Margaret Thatcher, Tony Blair) o contribuiva a crearli (Donald Trump). Anche Rupert Murdoch giunto all’età di 92 anni ha passato lo scettro al figlio Lachlan, 52 anni, che guiderà da solo sia News Corporation sia Fox. Rupert si riserva il ruolo di presidente emerito, ma promette che continuerà a seguire le sue creature e “parteciperà attivamente”: “Guarderò le nostre trasmissioni, leggerò i nostri giornali, i siti e i libri con interesse e sguardo critico”. Non solo: “Quando visito i vostri paesi e le le aziende aspettate di vedermi in ufficio fino a tardi il venerdì pomeriggio”. 

  
Un impegno (o una ironica minaccia?) scritto nella lettera ai “cari colleghi” che ha il tono di un testamento morale e politico. Una frase spicca tra le altre e suona diversa nel tono e nel contenuto. Murdoch assicura di essere in buona salute, lui come le sue imprese. E si proclama ottimista sul futuro. “Ma la battaglia per la libertà di parola e, ultimamente, la libertà di pensiero, non è mai stata più intensa”. A che cosa si riferisce e a chi? Alla Russia, a Vladimir Putin o agli Stati Uniti e a Donald Trump? Nel libro su di lui appena pubblicato, una biografia non autorizzata scritta da Michael Wolff con il titolo “The Fall”, la caduta, augura di morire all’ex presidente che aveva già chiamato “un fottuto idiota”. Lo aveva appoggiato con Fox News, lo aveva ringraziato perché aveva fatto balzare in alto gli ascolti, ma lo considerava “un clown” finché non era avvenuta la rottura definitiva quando The Donald aveva rifiutato di accettare la sconfitta fomentando i suoi seguaci fino all’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021. Secondo Wolff, è venuto crescendo in Murdoch un disprezzo diventato ossessivo: “Come fa  a essere ancora vivo? Avete visto l’aspetto che ha? Quello che mangia?”. E ancora: “Senza di lui tutto questo non sarebbe successo”. Se è così, quella frase sulle libertà minacciate ha una chiave di lettura che rimanda alle elezioni presidenziali del prossimo anno. “Mio padre credeva fermamente nella libertà – prosegue la lettera – E Lachlan è assolutamente impegnato nella causa. Burocrazie egoiste cercano di mettere a tacere coloro che ne mettono in dubbio la provenienza e lo scopo. Le élite nutrono aperto disprezzo per chi non fa parte della loro classe esclusiva. La maggior parte dei media è in combutta con queste élite, propagando narrazioni politiche invece di perseguire la verità”. Insomma, più che un impegno, è una missione ribadita e rilanciata. Lo squalo diventa l’arcangelo che combatte il drago?

  
Sull’assicurazione che il vecchio magnate stia bene non c’è nulla da dire. Sulla salute del suo gruppo qualche domanda è legittima. E’ toccato proprio a Lachlan gestire un ridimensionamento drastico che ha portato nelle fauci dell’onnivora Disney la Century Fox; in modo che, con i 71 miliardi di dollari ricavati, ha potuto rimettere in sesto i conti. Rupert non ha mai capito la rivoluzione digitale e non molto nemmeno la grande trasformazione del cinema. La successione comunque era ormai segnata perché la primogenita Elisabeth restava da sempre fuori gioco e James, il maschio più giovane, si era ritirato dalla corsa. “Le mie dimissioni sono dovute a disaccordi su alcuni contenuti editoriali pubblicati dai giornali della società e su altre decisioni strategiche”, aveva scritto il 31 luglio 2020. “Gli auguriamo il meglio per i suoi futuri impegni”, così lo avevano liquidato Rupert e Lachlan. Tra i due fratelli c’è sempre stata una competizione per conquistare il favore del padre. Fino al 2005 Lachlan è il preferito. Poi arriva il momento di James. La sua leadership e la sua reputazione precipitano nel 2011 quando é costretto a chiudere il rotocalco News of the World: il giornale viene accusato di aver corrotto agenti di polizia per ottenere intercettazioni e informazioni riservate su personaggi politici e dello spettacolo. I Murdoch padre e figlio debbono rispondere davanti al Parlamento britannico e vengono rosolati sulla griglia durante un’audizione pubblica trasmessa in diretta televisiva. La legge del contrappasso colpisce ancora. Da quel momento nessuno punta più un centesimo sul futuro di James e Lachlan riprende il posto di favorito. Rupert Murdoch è sempre stato un uomo solo al timone. Ha comandato a lungo con un colpo di telefono, dal suo jet personale, dall’amato yacht, dalla villa spagnolesca a Beverly Hills. Ha preparato la successione, senza pensare davvero che ce ne sarebbe stato bisogno. Ma c’è un tempo per tutto e per tutti, anche per l’ultima incarnazione del Quarto potere. 
    
 

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