Foto Ansa

europa ore 7

Lo show di Ursula e Meloni a Lampedusa rilancia il blocco navale infattibile con Sophia 

David Carretta

Von der Leyen offre un piano d'azione in dieci punti sulle politiche migratorie, ma non contiene niente di nuovo eccetto la possibilità di una missione navale. Il sostegno è solo politico, e sposta la presidente della Commissione ancora più a destra

Tra i molti regali che Ursula von der Leyen ha deciso di distribuire agli stati membri in vista di una sua potenziale conferma c'è quello al governo italiano con l'allineamento a Giorgia Meloni sulle politiche migratorie. Oltre a quanto detto nello Stato dell'Unione, von der Leyen ha accettato di compiere una visita spettacolo con Meloni a Lampedusa dopo l'arrivo in meno di una settimana di oltre 10 mila migranti, sintomo del fallimento del memorandum firmato con la Tunisia.

In parte la visita era necessaria per allontanare il sospetto di un “Eurocomplotto” contro l'Italia per sabotare il memorandum. Ma, lungi dal riconoscere il fallimento dell'intesa con la Tunisia, von der Leyen ha fatto un altro passo in direzione di Meloni, almeno in termini retorici, aderendo all'idea di una missione navale dell'Ue. La presidente della Commissione ha detto di essere favorevole a “opzioni per estendere missioni navali esistenti nel Mediterraneo o lavorare a una nuova”. Un'altra frase da segnarsi, che indica lo spostamento sempre più a destra di von der Leyen, è questa: “Abbiamo obblighi come parte della comunità internazionale, li abbiamo rispettati in passato e li continueremo a rispettare oggi e in futuro. Ma saremo noi a decidere chi arriva nell'Ue e in quale circostanze, non i trafficanti”. La parola importante è “ma”. Gli obblighi sono quelli di non respingimento e salvataggio in mare e von der Leyen lascia intendere che possano essere messi in secondo piano.

   
Von der Leyen offre l'ennesimo piano d'azione a Meloni 

Concretamente von der Leyen ha offerto a Meloni un ennesimo piano d'azione in dieci punti durante la visita a Lampedusa. Di cosa si tratta? Niente di nuovo. L'Agenzia europea per l'asilo e Frontex aiuteranno su registrazioni e identificazioni. La Commissione stanzierà qualche milione in più per trasferire migranti fuori da Lampedusa e chiede agli altri stati membri di usare il meccanismo di solidarietà volontario per fare più relocation dell'Italia. Frontex darà una mano per i rimpatri dei migranti. Il vicepresidente Margaritis Schinas sarà inviato nei paesi di origine per tentare di discutere e negoziare accordi di rimpatrio. Frontex ed Europol cercaranno di cooperare con la Tunisia nella lotta ai trafficanti e la Commissione presenterà proposte per rafforzare la legislazione anti traffico di esseri umani. Von der Leyen ha offerto sostegno politico per rafforzare la sorveglianza marittima e aerea e per un ammissione navale nel Mediterraneo. La Commissione finanzierà la distruzione di imbarcazioni e barchini da parte dell'Italia. L'Agenzia europea per l'asilo offrirà aiuto per accelerare le procedure di asilo e respingere più rapidamente quelle infondate. Von der Leyen ha promesso vie legali e corridoi umanitari. La Commissione rafforzerà la cooperazione con Unhcr e Oim lungo le rotte di migranti. Infine, von der Leyen ha promesso di accelerare l'approvazione di nuovi progetti e l'esborso di fondi alla Tunisia previsti dal memorandum firmato a luglio.

I dieci punti riciclati di von der Leyen sui migranti 

La presidente della Commissione è un'habitué dei piani d'azione, assunti a metodi di governo: prendere una serie di iniziative già in corso e rimescolarle in un nuovo calderone, utile a fare un titolo di giornale, ma meno a una svolta politica efficace. L'ultimo piano d'azione della Commissione fatto su misura delle esigenze dell'Italia sull'immigrazione era quello per il Mediterraneo centrale a inizio anno. Anche il memorandum sulla Tunisia, in realtà, è un insieme di iniziative riciclate. Il nuovo piano d'azione in dieci punti funziona allo stesso modo: l'Agenzia europea per l'asilo e Frontex sono già presenti sul terreno per registrazioni e identificazioni; la Commissione finanzia già i trasferimenti di migranti dall'isola di Lampedusa; Frontex offre già assistenza per i rimpatri; la Commissione ha già cercato invano di negoziare accordi di rimpatrio con i paesi di origine e transito; l'Ue ha già tentato invano di imporre la cooperazione di Frontex e Europol alla Tunisia; sui corridoi umanitari gli stati membri hanno offerto appena 15 mila posti nel 2023 (oltre a 13 mila riservati esclusivamente agli afgani); la cooperazione con Unhcr e Oim sui rimpatri volontari assistiti è già in corso; l'accelerazione dell'attuazione del memorandum con la Tunisia non può essere fatta senza la cooperazione della Tunisia.

Meloni rilancia il blocco navale infattibile con Sophia 

Forse l'unica novità del piano d'azione di von der Leyen è il suo sostegno politico a una missione navale dell'Ue nel Mediterraneo. “Sostengo opzioni per estendere missioni navali esistenti nel Mediterraneo o lavorare a una nuova”, ha detto la presidente della Commissione. L'impegno è solo politico: sono gli stati membri a decidere all'unanimità sulle missioni militari. La formulazione è sufficiente vaga per permettere a von der Leyen di sfuggire alle polemiche su un blocco navale. Eppure è proprio a questo a cui si riferisce Meloni, quando parla – come ha fatto ieri – della “fase 3 di missione Sophia” come “draft da cui bisognerebbe partire”. Operazione Sophia venne chiusa nel 2019 su richiesta dell'Italia e insistenza dell'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, oggi alleato di Meloni, perché le sue navi erano obbligate dal diritto internazionale a fare salvataggi in mare. La “fase 3”, che non è mai entrata in vigore, prevedeva di neutralizzare le imbarcazioni e le strutture logistiche usate dai contrabbandieri e trafficanti sia in mare sia a terra in Libia. Perché non fu mai lanciata la “fase 3”? Semplicemente perché la Libia rifiutò quella che considerava una violazione inaccettabile della sua sovranità. Chi andrà dal presidente tunisino, Kais Saied, a chiedergli di far entrare le navi dell'Ue nelle sue acque territoriali?

 


Questo è un estratto di Europa Ore 7, la newsletter settimanale di David Carretta sull'Europa. Per riceverla gratuitamente ogni lunedì mattina nella tua casella di posta puoi iscriverti qui.

Di più su questi argomenti: