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Editoriali

Putin e il missile Kim. La visita del nordcoreano in Russia è un doppio ricatto diplomatico del Cremlino

Redazione

Il presidente russo attraverso l'incontro con Kim Jong-un lancia due segnali, uno verso l'occidente e l'altro verso la stessa Corea del Nord

Il leader della Corea del Nord, Kim Jong Un, potrebbe recarsi in Russia, anche se il Cremlino non ha potuto (“potuto” è l’espressione utilizzata dal portavoce russo Dmitri Peskov) confermare la notizia che è stata data da alcune fonti americane al New York Times. Secondo il quotidiano americano, Kim dovrebbe incontrare il presidente russo a Vladivostok, dove dal 10 al 13 settembre si terrà il Forum economico dell’est, dovrebbe arrivare con un treno blindato e poi forse proseguire il viaggio verso Mosca. Al centro dell’incontro ci sarebbe la discussione su futuri invii di armi – nei mesi scorsi erano già circolate notizie su munizioni nordcoreane inviate alla compagnia di mercenari Wagner e anche all’esercito di Mosca – come proiettili di artiglieria e missili anticarro. Kim cercherebbe invece tecnologia avanzata per satelliti e sottomarini a propulsione nucleare, ma anche aiuti alimentari. Accogliendo in Russia il leader della Corea del Nord, uno stato isolato, con pochissime relazioni diplomatiche, con a capo un leader imprevedibile, Putin mostra che ha bisogno di rivolgersi a chiunque, che i suoi alleati sono sempre meno presentabili, ma ne ha bisogno perché fare la guerra contro l’Ucraina da solo è sempre più dura. Dietro alla disperazione diplomatica del Cremlino però c’è anche un ricatto che a ben guardare è doppio. Uno è verso l’occidente e Putin, accogliendo Kim, vuole mostrare fino a che punto è pronto a legarsi alla Corea del Nord e lascia intendere che l’isolamento potrebbe non convenire neppure a noi se lasciamo che si leghi all’imprevedibile Kim. Gli occidentali per ora non sono spaventati e non ripensano la loro strategia. L’altro è verso la stessa Corea del Nord, una dittatura poverissima che per quanto cerchi di spaventare il mondo con il suo potenziale nucleare, è dipendente dalla Russia e dalla Cina e senza il loro sostegno ricattatorio non potrebbe andare avanti per due motivi: ne ha bisogno come linea di credito per sopravvivere economicamente e come protezione alle Nazioni Unite.

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