Crediti: Def Mon (@defmon3) 

sul campo

Nel punto vitale della controffensiva

Cecilia Sala

Tra i due villaggi di Verbove e Tokmak, con i campi minati alle spalle, si decide l’estate di Kyiv. Guardando al mare 

Gli ucraini più a sud, i più vicini alla meta finale e al loro mare, sono i soldati dell’Ottantaduesima brigata. Si trovano a metà strada tra la città di Zaporizhzhia e quella di Melitopol. E a circa metà strada tra il punto di partenza della controffensiva che ieri ha compiuto tre mesi e quello anelato (e  possibile) di arrivo: Tokmak. I soldati sono ai bordi di un villaggio minuscolo che si chiama Verbove, addosso a una linea di confine tra i due eserciti che si vede nitidamente dai satelliti: è una striscia spessa color sabbia che sembra disegnata con il righello da un bambino, ma è fatta di trincee che collegano bunker e postazioni di tiro fortificate, quindi di trappole mortali. La fase più importante della controffensiva è questa, anche se la descrizione di villaggi disabitati, tutti uguali, con nomi composti soltanto da consonanti quasi impossibili da memorizzare, può ingannare. Nella zona più micidiale per l’avanzata non ci sono punti di riferimento famosi, ma è in quella fascia di territoro anonima racchiusa tra Verbove e Tokmak che si concentrano le linee di difesa costruite dai soldati russi con perizia per mesi, dal novembre 2022 fino a maggio, su ordine di un generale intelligente e traditore, Sergey Surovikin. Raggiungere Tokmak, per Kyiv, significherebbe aver superato il peggio. E per l’Ottantaduesima brigata essere arrivati a Verbove – sudati e sporchi di terra, dopo aver sopportato un numero di perdite enorme che è un segreto militare ben custodito – significa essersi lasciati alle spalle almeno in quel punto un nemico che è  forse il più insidioso di questa controffensiva: le mine. 

 

Linee gialle: linee di difesa russe “Surovikin” fortificate. Linee blu: posizioni più avanzate degli ucraini. Linee rosse: posizioni dei russi. Crediti: Def Mon (@defmon3)

 

Gli ordigni esplosivi con cui i russi hanno disseminato l’Ucraina per impedirle   di liberare il proprio sud  non finiscono a Verbove, ma proprio perché i soldati di Kyiv hanno raggiunto la principale linea difensiva russa, se riusciranno a spingersi oltre dovranno preoccuparsi di farsi largo tra le mine in mezzo ai campi meno di quanto non abbiano dovuto fare finora. Nella costruzione di un sistema  di  fortificazioni per proteggersi da un’avanzata, le mine si sparpagliano in modo massiccio prima della linea di difesa più importante, perché oltre quella è l’esercito in difesa (in questo caso quello russo) a dover muovere i propri pezzi di artiglieria e i propri sistemi di contraerea, le casse di munizioni o i mezzi che trasportano le provviste per i soldati in trincea. Prima che raggiungessero la linea Surovikin che costeggia il confine ovest di Verbove, nei video pubblicati sui canali Telegram dai soldati ucraini si vedevano campi di girasoli con mine anticarro e antiuomo piazzate a una distanza di poco più di un metro le une dalle altre: questo ha costretto l’esercito di Kyiv a muoversi a piedi da giugno a oggi, lentamente, per essere più agili e poterle schivare.  I russi hanno già posizionato gli ordigni a terra  anche nel corridoio tra le due linee Surovikin, ma secondo gli analisti la quantità in quella zona non è paragonabile  e, soprattutto, lì i soldati di Kyiv conoscono già i corridoi sicuri perché, con i droni, hanno osservato per tre mesi quali fossero i sentieri e le strade che gli stessi militari russi utilizzano per spostarsi avanti e indietro dalla linea più avanzata. Finora i campi infestati di mine sono stati il principale ostacolo all’utilizzo efficace dei carri armati occidentali  spediti a Kyiv dagli alleati e che dovevano essere i protagonisti della controffensiva d’estate.   

Il problema delle mine non scompare  al contatto con la linea di fortificazione principale. Ma  se i russi avevano impiegato mesi per realizzare i campi minati impenetrabili in cui gli ucraini hanno dovuto marciare, oggi Kyiv sta attaccando la linea Surovikin a Verbove, e se lì costringerà gli uomini di Mosca a lasciare un altro pezzo di territorio: nel ritirarsi i russi non avranno la stessa calma per piazzare altrettanti ordigni seguendo uno schema perfetto, come avevano potuto fare quando il campo di battaglia era fermo.

I militari ucraini che in questo momento non sono al fronte e conservano la capacità di scherzare hanno soprannominato questa fase “l’incubo di un propagandista putiniano”. Perché da quando i soldati di Kyiv hanno raggiunto Verbove, per ogni manovra che  non    sfonda si dice che “ha tenuto la linea Surovikin”, cioè ci si complimenta con un generale amico di  Prigozhin che ha tradito  Putin. E,  dall’altra parte, anche  ogni piccolo avanzamento degli ucraini in quel punto non è certo  una buona notizia  per il presidente russo: nelle ultime foto scattate dai satelliti sul fianco ovest di Verbove si vede già un  pezzetto della   fortificazione più importante di Mosca andato  in fumo.