Il Partito comunista cinese insegna l'autoritarismo in Africa

Priscilla Ruggiero

Un'inchiesta congiunta della testata americana Axios e il quotidiano danese Politiken mostra le prove secondo cui Pechino, alla  Mwalimu Julius Nyerere Leadership School in Tanzania, starebbe esportando il suo modello autoritario di governo

Roma. A cinquanta chilometri da Dar es Salaam, la città più grande della Tanzania, una scuola di formazione istruisce la classe dirigente di Tanzania, Sudafrica, Mozambico, Zimbabwe, Namibia e Angola: è finanziata dai partiti  dei sei paesi dell’Africa meridionale e  dal Partito comunista cinese. Mentre in Sudafrica si apriva il vertice dei Brics – che si conclude oggi – e il leader cinese Xi Jinping veniva accolto nella capitale Johannesburg, la testata americana Axios ha pubblicato un’inchiesta realizzata con il quotidiano danese Politiken su una “scuola di formazione all’autoritarismo”  in Tanzania gestita da Pechino. 

 

La Cina, con un investimento di 40 milioni di dollari, ha iniziato i lavori per la  Mwalimu Julius Nyerere Leadership School nel 2008 ed era presente l’anno scorso, all’inaugurazione della sua “prima scuola di formazione all’estero”: nonostante la scuola sia presentata dai funzionari governativi cinesi e africani come una scuola di economia per promuovere lo sviluppo economico e sociale dell’Africa, “l’economia passa in secondo piano rispetto alla formazione politica. I docenti cinesi  insegnano ai leader africani che il partito al potere dovrebbe stare al di sopra del governo e dei tribunali e che una feroce disciplina all’interno del partito può garantire l’adesione all’ideologia del partito”, scrive  Bethany Allen-Ebrahimian. Il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha detto lunedì, in occasione  dell’arrivo di Xi,  che il 2023 segna 25 anni di rapporti diplomatici tra Sudafrica e Repubblica popolare cinese, che “la nostra relazione bilaterale con il nostro più grande partner commerciale è vecchia quasi quanto la nostra democrazia”, e che “il Sudafrica ha molto da imparare dal percorso di sviluppo della Cina”. E in effetti in Tanzania il Partito comunista cinese, secondo Axios e Politiken – i primi organi di stampa occidentali a visitare la scuola – “sta insegnando ai leader africani la sua alternativa autoritaria alla democrazia”.  

 

Le due testate  hanno  trovato le prove che il programma della scuola contraddice le ripetute affermazioni dei funzionari del Pcc – e le opinioni di molti studiosi – secondo cui Pechino non starebbe esportando il suo modello autoritario di governo: i curriculum mostrano  come il Pcc stia “sperimentando aspetti di esportazione del proprio modello”, quello del partito unico. I corsi e le conferenze  sono tenuti da insegnanti cinesi affiliati alle scuole di partito in Cina e in Tanzania insegnano la governance del partito, la disciplina, i metodi anticorruzione, il pensiero di Xi Jinping e i sistemi di riduzione della povertà. Secondo gli esperti il modello del Pcc potrebbe essere complicato da attuare in Africa e non è chiaro se e fino a che punto i partiti al potere che hanno ricevuto la formazione  si spingeranno nell’implementare il modello cinese; ma come scrive il giornalista Richard McGregor, “quello che sta accadendo in Tanzania riguarda la costruzione di una nuova èra”.

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