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incertezza tedesca

Perché Scholz fa il titubante sugli aiuti all'Ucraina, mentre Lindner a Kyiv dice altro

Daniel Mosseri

Il cancelliere tedesco torna ad affermare una linea di prudenza sugli aiuti militari. Spinto più dai sondaggi (che vedono Afd in crescita) che da timori sull'allargamento del conflitto

“Grazie Olaf, grazie Germania”. In un videomessaggio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso gratitudine per le nuove batterie di sistemi antimissile Patriot che il governo tedesco ha consegnato alle forze armate di Kyiv. L’Olaf del messaggio presidenziale è il cancelliere federale Olaf Scholz: è lui, alla fine, che decide quanti e quali aiuti far avere al paese invaso dalla Russia. Nei primi mesi dopo lo scoppio del conflitto, il leader socialdemocratico alla guida di un’anomala alleanza rosso-verde-gialla faceva notizia per la sua cronica difficoltà a schierarsi militarmente dalla parte dell’Ucraina. Per il suo tira-e-molla, per esempio, prima sulla consegna dei carri armati Puma e poi su quelli Leopard, il cancelliere fu oggetto di severe critiche degli alleati politici più spiccatamente atlantisti (Verdi e Liberali), e poi dai partner della Nato (Polonia e Repubbliche baltiche in primis) che si sentono direttamente minacciati dall’orso russo. Quando lo scorso gennaio Scholz sostituì la ministra della Difesa Christine Lambrecht con Boris Pistorius, apparve a tutti chiaro che la Germania aveva ingranato la quarta diventando, assieme al Regno Unito, il principale sponsor europeo di Kyiv. A sorpresa, invece, domenica il cancelliere tentennante è tornato: “Le decisioni devono sempre essere soppesate con attenzione. E continuerò a farlo e a dirlo con molta chiarezza”. E’ racchiuso in queste poche parole tutto il senso della lunga intervista che Scholz ha concesso a Zdf, il secondo canale della televisione pubblica tedesca. Il cancelliere si è espresso con grande onestà perché “soppesare” è proprio quanto il governo e tutto l’establishment in Germania stanno di nuovo facendo da alcune settimane riguardo a una nuova consegna di materiale bellico: i missili da crociera aria-terra Taurus prodotti dalla società tedesco-svedese Taurus Systems e forti di una portata fino a 500 km. Per il ministro della Difesa di Kyiv, Dmytro Kuleba, non ci sono dubbi; l’Ucraina ne ha bisogno “per salvare più vite di soldati e civili ucraini e per accelerare la liberazione dei suoi territori: la formula è semplice un raggio più lungo di missili significa una durata più breve della guerra”. Alla Bild am Sonntag Kuleba ha spiegato che con i Taurus l’Ucraina potrebbe “raggiungere le forze di occupazione russe sul suolo ucraino ben oltre la linea del fronte, interrompere la loro logistica e distruggere i centri di comando e i depositi di munizioni”. E se poi i generali di Kyiv li usassero per colpire obiettivo russi in Russia? Il timore che agita le notti estive di Scholz è lo stesso di quello dell’inverno passato ossia che Mosca allarghi il conflitto anche a una Repubblica federale tedesca considerata troppo schierata dalla parte dell’Ucraina. Un timore piuttosto irrazionale: la Germania è già uno dei principali sponsor di Kyiv e la presenza proprio ieri nella capitale ucraina del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner lo conferma e proprio ieri Lindner ha detto che Berlino pianifica di dare  5,5 miliardi di dollari in aiuti militari annuali all’Ucraina fino al 2027  

Prima che leader militare Scholz è un leader politico ed è nella politica che va cercata risposta a questo ritorno ufficiale di in-decisionismo. Un semplice sguardo ai sondaggi basta a svelare l’arcano: la coalizione semaforo è ormai minoranza nel paese e il cancelliere frena per dare ascolto anche ai cittadini che ne contestano le scelte. Non solo quella di schierarsi dalla parte dell’Ucraina – fatto per nulla scontato per un paese come la Germania, legatissimo alla Russia per motivi storici, geografici ed energetici – ma anche quella di aver spento le ultime centrali atomiche nel bel mezzo della peggiore crisi energetica dai tempi di Suez o aver spinto con molta forza (forse troppa?) sull’introduzione delle pompe di calore nelle abitazioni private. Decisioni che tanti tedeschi non hanno né capito né condiviso e delle quali l’opposizione moderata (ossia il duo Cdu-Csu) non ha saputo approfittare. Con il risultato che oggi la destra sovranista di AfD, un partito no vax, anti Ue, anti Nato, filorusso, antiucraino e dal linguaggio che scimmiotta il Terzo Reich, è il secondo partito secondo tutti gli istituti che rilevano le intenzioni di voto. Non è chiaro quanto la strategia del fingersi filoucraini ma non troppo possa giovare alla Spd del cancelliere. Ieri, il gruppo tedesco Rheinmetall ha confermato che non solo inizierà a fornire droni da ricognizione aerea a Kyiv ma che intende anche firmare un contratto direttamente con il governo di Zelensky per costruire una fabbrica di carri armati in Ucraina.

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