Robert Fitzgerald Kennedy jr.(LaPresse) 

il foglio del weekend

Robert Kennedy jr., la pecora nera

Giulio Silvano

Il figlio di Bobby e nipote di Jfk i lancia nelle primarie democratiche con slogan No vax, complottisti e antisemiti. La famiglia lo isola, ma lui ci crede

È quasi impossibile convincere un complottista. Anche di fronte all’evidenza dirà: “Quelle prove sono state manipolate dai poteri forti perché è quello che vogliono farti credere”. Il Covid-19 ha mostrato quanto questo meccanismo sia deleterio e quanto renda difficile ai governi mettere in pratica politiche sanitarie. Diversi personaggi negli ultimi tre anni sono saliti alla ribalta proprio confutando le dichiarazioni degli scienziati, diventando dei perfetti contraltari televisivi alla razionalità, alla ricerca e alle conoscenze mediche degli esperti, complici le reti tv.

  

Kennedy ha il perfetto curriculum da protettore della madre terra. Avvocato ambientalista, lavori bloccati per dighe e acquedotti

 
Tra chi ha trovato uno spazio nel dibattito pandemico c’è Robert F. Kennedy jr. A lungo avvocato ambientalista, fondatore di una no profit, Kennedy ha alle spalle il perfetto curriculum da protettore della madre terra. Tutto molto feel good anni 90, molto Erin Brockovich. Molto Davide vs. Golia. Lavori bloccati per dighe e acquedotti, dal Cile al Québec, protezione di terre vergini e riconoscimento dei diritti delle tribù locali e delle popolazioni indigene. The toxic avenger, lo chiamavano. Il suo studio, dal nome stile Broadway, Kennedy & Madonna, si è sempre impegnato contro chi inquina, chi sporca, chi mette il profitto davanti alla bellezza del paesaggio naturale. Nel 2007 Kennedy riuscì a far condannare la DuPont, multinazionale della chimica, al pagamento di 396 milioni di dollari per le contaminazioni causate dalla sua raffineria di zinco in West Virginia.

  

Da giovane ha problemi di droga, alti e bassi tipici del jet set blasonato delle Hamptons. Ora è sposato con l’attrice Cheryl Hines

  
Un vero Kennedy di razza, figlio terzogenito di Bobby (Rfk sr.) e nipote di John Fitzgerald Kennedy (Jfk), come tale è stato onorato anche lui da un acronimo: Rfk jr. Il padre, dopo esser stato a capo del dipartimento di giustizia, venne ucciso nel ‘68. Eletto senatore, era in corsa per la presidenza e aveva appena vinto le primarie democratiche in California. Rfk jr., quando il padre morì, aveva 14 anni. Lo zio, primo presidente cattolico, era stato ammazzato cinque anni prima a Dallas, in Texas. Il più celebre assassinio politico americano, ancor più di quello di Abraham Lincoln al Ford Theatre. L’altro suo zio, Ted, che aveva provato a diventare presidente sfidando Jimmy Carter, è stato senatore dal 1962 al 2009. E poi ci sono tutti gli altri della famigliona patrizia del Massachusetts, la cosa più vicina a un’aristocrazia che gli americani abbiano mai avuto, e che in un modo o nell’altro sono arrivati sulle prime pagine dei tabloid. Rfk jr., cresciuto con dieci tra fratelli e sorelle, racconta che da ragazzo preferiva stare nella natura, come un giovane Nick Adams, piuttosto che in classe. La madre lo spedì in un istituto gesuita e poi in due diversi collegi da cui fu espulso per uso di sostanze stupefacenti. Riuscì comunque a finire ad Harvard, l’università di famiglia. Quando aveva ventinove anni, mentre stava andando in un centro di disintossicazione, venne ritrovato che stava male nel bagno di un aereo e fu arrestato per possesso di eroina. Alti e bassi tipici del jet set blasonato delle Hamptons. Ora è sposato con l’attrice Cheryl Hines, nota per interpretare la moglie (e poi ex) di Larry David in Curb your Enthusiasm. 


Con l’arrivo del virus globale, questo erede di Camelot è diventato un paladino dei No vax, uno strenuo crociato della resistenza ai vaccini. Vaccini che, dice Kennedy, possono causare l’autismo. Negli anni pandemici è stato molto attivo nel tentativo di screditare le politiche di contenimento dell’amministrazione Biden, nei momenti in cui per il Covid morivano negli Stati Uniti anche più di mille persone giorno. “Nell’istante in cui ti danno quel passaporto vaccinale, ogni diritto che hai si trasforma in un privilegio subordinato all’obbedienza dei diktat arbitrari del governo. Vi renderà degli schiavi”, disse di fronte a una folla in un evento No vax. Come molti altri ha paragonato le politiche antivirali all’Olocausto e il governo ai nazisti (poi si è scusato). Per le sue posizioni, per la diffusione di fake news mediche è stato cacciato da Instagram, dove era seguito da 800 mila persone. Ha addirittura scritto un libro contro Anthony Fauci, immunologo di fama, a capo della task force governativa contro il Covid, diventato tra i bersagli preferiti della destra trumpiana. “Questo libro vi mostrerà che Tony Fauci non si occupa di salute pubblica.

 

Ma è un uomo d’affari”, dice la quarta. Il think tank conservatore Claremont Institute ha dichiarato che “il libro di Kennedy ha la stessa obiettività dei Protocolli dei Savi di Sion”. Nel libro Fauci viene descritto come “un potente tecnocrate che ha aiutato a orchestrare e mettere in pratica lo storico coup d’état del 2020 contro la democrazia occidentale”, e lo accusa di aver convinto gli americani a iniettarsi dei vaccini pericolosi, “più letali dei virus che farebbero finta di curare”. Kennedy se la prende anche con Bill Gates, che è un po’ il George Soros delle cospirazioni medico-tecnologiche, perché sarebbe in combutta con le aziende farmaceutiche per guadagnare miliardi. I familiari di Rfk jr., gli altri Kennedy, fratelli e sorelle e cugini ancora in vita, hanno tutti preso le distanze, non volendo che queste posizioni farneticanti rappresentassero tutta la nobile stirpe. 

  

Le sue teorie: i vaccini causano l’autismo, la disforia sessuale è dovuta all’esposizione ai diserbanti, il 5G serve a controllare il nostro comportamento

  
Ma le teorie di Kennedy non si fermano lì, a quel cliché della correlazione vaccini-autismo che tanto piace ai populisti. Ha sciorinato altre opinioni forti che appartengono al perfetto manuale del cospirazionista. Ha detto che stanno (chi? i poteri forti? I rettiliani?) installando in giro per il paese delle torri del 5G per “raccogliere i nostri dati e controllare il nostro comportamento”. Ha detto che molti dei problemi che si vedono oggi nei ragazzi, come la disforia sessuale “soprattutto nei maschi”, sono in parte causati da esposizione a prodotti chimici come diserbanti e atrazine,  prodotti che in alcune rane porterebbero alla “totale femminilizzazione e alla castrazione chimica”. Ha detto che le sparatorie nelle scuole sono legate all’uso di antidepressivi, e che alcune medicine causano “istinti omicidi”. Ha detto che ci sono altri fattori che provocano l’Aids oltre l’Hiv. Insomma, sembra che abbia preso troppo alla lettera la frase di George Bernard Shaw che tanto piaceva a suo padre: “Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché… Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo, perché no?”.

 

Tutte queste teorie, sfatate dalla comunità scientifica, l’hanno fatto diventare un eroe del popolo Maga, soprattutto da quando Biden è arrivato a Pennsylvania Avenue. In questi anni di estrema polarizzazione Kennedy è stato più volte visto in compagnia di personaggi come Roger Stone, ex stratega di Richard Nixon e uomo di collegamento tra gli hacker russi e la campagna elettorale trumpiana, finito in carcere e poi graziato da Trump. Kennedy ha anche partecipato a programmi di network anti-woke e podcast dell’AltRight, come quello di Joe Rogan. E ancora oggi, pur essendo iscritto al partito democratico, cerca costantemente una sponda nella destra di 4chan, dei complotti e del neo-confederatismo. Anche sulle uccisioni del padre e dello zio Rfk jr. ha le sue teorie da deep web, e non si fa pregare di raccontarle quando va in televisione, o da qualche podcaster nazionalista. Jfk sarebbe stato ucciso dalla Cia, dice. “C’è un insabbiamento che va avanti da 60 anni”, ha affermato alla Fox. E racconta che quando suo padre ricevette la notizia dell’omicidio del fratello telefonò subito a Langley per chiedere: “Siete stati voi?”. L’assassinio del padre Bobby all’Ambassador Hotel di Los Angeles, invece, non sarebbe opera del palestinese Sirhan Sirhan, ma della sua guardia del corpo, o comunque ci sarebbe un secondo tiratore. Contro il volere di gran parte della sua stessa famiglia, nel 2018 Rfk jr. ha chiesto di far scarcerare Sirhan, condannato all’ergastolo, e di riaprire l’investigazione. E’ anche andato a trovarlo in carcere.

 

Gli omicidi dei Kennedy continuano ad animare il paese, con migliaia di libri e centinaia di film e documentari che continuano a uscire, ma il loro potere narrativo non si ferma lì. Come se i due fratelli morti negli anni Sessanta non bastassero, anche un figlio di Jfk, John John, è entrato nella mitologia dei fanatici estremisti. L’anno scorso, nel luogo esatto in cui i proiettili colpirono la testa di Jfk nel 1963, si è radunata una piccola folla di cospirazionisti QAnon, movimento convinto che il governo sia gestito da una setta di pedofili cannibali. Il loro profeta, Q, che li illumina sulla verità, sarebbe in realtà secondo alcuni di loro proprio John John Kennedy, il figlio del presidente. John John non sarebbe davvero morto nel 1999 in un incidente aereo sulle coste di Martha’s Vineyard, e quel giorno si sarebbe dovuto manifestare lì per “fare un grande annuncio”. All’ora esatta in cui è morto Jfk, le 12:30, i presenti hanno recitato insieme il giuramento alla bandiera. Alcuni avevano una maglietta con scritto Trump-Kennedy 2024. Quando John John/Q non si è fatto vedere, alcuni hanno detto che magari sarebbe arrivato più tardi, a un concerto dei Red Hot Chili Peppers che si teneva a Dallas.


Almeno su questo il nostro Rfk jr. non ha detto niente. Però è arrivato dove arrivano praticamente sempre le teorie del complotto: all’antisemitismo. Alcuni giorni fa è stato ripreso a un evento privato mentre diceva che “il Covid-19 è designato per attaccare i bianchi e i neri. Le persone più immuni sono gli ebrei askenaziti e i cinesi”. Come se non bastassero tutte le liste di teorie da pazzo sull’autobus, una frase del genere dovrebbe automaticamente squalificare Rfk jr. da qualsiasi arena politica. Come fa una persona con questo profilo, che anche i conservatori old style reputerebbero scriteriato, a candidarsi alla presidenza tra le file dei democratici?


Kennedy ha lanciato la sua candidatura ad aprile, sfidando Joe Biden, presidente in carica, nelle primarie. Primarie che altrimenti risulterebbero inutili dato che quasi tutto il partito e i supporter si sono schierati con il vecchio Joe, per evitare di ritrovarsi Trump, o un suo emulatore. Solo Kennedy e la meno nota Marianne Williamson, autrice di libri self-help, hanno deciso di lanciarsi nell’arena dem. Ma se Williamson non ha alcuna possibilità di scalfire la solidità del Potus, Kennedy inizia a spaventare qualcuno, anche solo per la visibilità mediatica che sta ottenendo. Nonostante le posizioni da cospirazionista redneck col cappellino Maga, Junior infatti mantiene un suo contegno. E’ un Kennedy, dopotutto. Secondo un sondaggio della Cnn, il 20 per cento di chi lo appoggia lo fa semplicemente perché appartiene alla famiglia. Un nome che è insieme fardello e privilegio. Con la sua voce roca, quasi robotica, causata da una disfonia spasmodica, il sessantanovenne riesce a volte ad apparire quasi saggio e coerente. Ma basta ascoltare quello che dice per vedere che spesso i discorsi non si allontanano da quelli di un Trump o di un populista da bar.

  

Intervistato dal New Yorker, alla domanda “se fosse presidente invierebbe le armi all’Ucraina?”, ha risposto con un santoriano: “Farei finire la guerra. Negozierei la pace”. Poi, incalzato, ha detto che in fondo gli accordi di Minsk sono ragionevoli. Nell’intervista, inoltre, accusa il giornalista di far parte di un’élite (lui, un Kennedy) e dice che lui si informa su siti alternativi alla stampa mainstream sulla questione ucraina, come sul blog di Doug Macgregor, ex militare conservatore e noto filoputiniano. Kennedy ha detto che il governo ci nasconde le vere ragioni dietro alla guerra in Ucraina e di come sta andando il conflitto. Secondo lui, “non dovremmo trattare la Russia come un nemico. L’abbiamo spinta nel campo della Cina, e questo è un male per il nostro paese”. Una posizione identica a quella dell’AltRight repubblicana.


Rfk jr. non solo vanta una buona rete di conoscenze, dato il suo lignaggio, ma ha anche tirato su una vera macchina elettorale. Come Connor Roy in Succession sembra crederci davvero, ed è pronto a spendere. A coordinare la campagna ha scelto l’ex deputato Dennis Kucinich, settantaseienne, che era così a sinistra negli anni di Bush da aver fatto il giro ed essere finito a difendere Trump su Fox News. Un super-Pac, American Values, avrebbe già raccolto diversi milioni per la campagna. Kennedy è amico di miliardari come Bill Ackman e David Sacks, che sarebbero pronti a dargli supporto, ma anche Jack Dorsey, l’ex Ceo di Twitter, si è detto disponibile. E l’attuale proprietario, Elon Musk, anche se non ha ancora espresso preferenze sui candidati, l’ha comunque invitato a parlare in una diretta. Se Biden nei sondaggi è dato tra il 62 e il 67 percento, Rfk jr. supera a malapena il 10, e i suoi supporter sono quasi tutti indipendenti o repubblicani. Anche se i network di destra, come Fox, cercano di far vedere che Kennedy potrebbe avere una chance, i numeri ci dicono il contrario. Kennedy è stato elogiato pubblicamente dal rasputin trumpiano, Steve Bannon, e dal disinformatore ex-Fox Tucker Carlson. E dallo stesso Donald Trump, che ha detto: “Kennedy è un tipo intelligente e una persona di buon senso”. In certi circoli di Washington basterebbe questo complimento di Trump per essere squalificati da cariche pubbliche. Quando gli fanno notare che il suo più grande fan nella politica è il front-runner del partito avverso, Kennedy dice che non parlerà mai male di nessuno nella sua strada per la presidenza, “non attaccherò gli altri personalmente”, dice, aggiungendo: “Non voglio alienare le persone, voglio unirle”. Secondo alcuni Rfk jr. sarebbe un agente del caos, mandato da Bannon a portare un po’ di disordine e di divisione nel campo democratico. Bisogna ricordare che Joe Biden, quando ha fatto decorare la Casa Bianca, ha scelto un busto di Rfk, senior, per lo Studio Ovale. Ogni epoca ha il Kennedy che si merita.