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Editoriali

In Grecia trionfa Mitsotakis. Si chiude la stagione dei populisti Tsipras e Varoufakis

Redazione

I greci confermano il premier di centrodestra e archiviano il ciclo politico radicale e di rivolta contro l'Europa che nel 2015 ha portato il paese con un piede fuori dall'euro, a un passo dal baratro

Otto anni fa, il 5 luglio 2015, all’apice della crisi dei debiti sovrani, dopo il 60 per cento di Oxi (No) all’accordo con i creditori internazionali (Commissione Ue, Bce, Fmi), la Grecia era con un piede fuori dall’euro, e quindi nel baratro. Il trionfo di domenica di Kyriakos Mitsotakis che, con oltre il 40 per cento dei consensi, ha ottenuto la maggioranza assoluta e un ulteriore mandato per governare quattro anni segna la fine di quel ciclo politico populista e radicale di rivolta contro l’Europa e i sacrifici dell’austerity.

 

Non a caso i grandi sconfitti di queste elezioni sono i due protagonisti di quella stagione: l’ex premier Alexis Tsipras, che vede i consensi del suo partito (Syriza) scendere sotto il 20 per cento; e il suo ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, l’ideologo della Grexit poi defenestrato da Tsipras un attimo prima del disastro, che non è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 3 per cento. L’uno forse sarà costretto a lasciare la leadership del partito (anche se punta a restare), l’altro sarà fuori dal Parlamento. Non è un caso che insieme alla contemporanea sconfitta e uscita di scena di Tsipras e Varoufakis Atene – a 12 anni dal default – tornerà ad avere presto l’investment grade, come annunciato dal governatore della Banca centrale greca Yannis Stournaras. Con ulteriore beneficio per l’economia ellenica, che già ora cresce ben al di sopra della media dell’Eurozona e in pochi anni porterà il debito pubblico sotto al livello dell’Italia. I greci cercano di tornare alla normalità, di lasciarsi alle spalle il risentimento, scegliendo di confermare un premier di centrodestra che ha dato una visione positiva per il futuro. Si rafforzano i partiti moderati, sia al governo come Nea Dimokratia di Mitsotakis sia all’opposizione come i socialisti del Pasok che tornano in doppia cifra. All’opposto  di quanto accadeva otto anni fa con il referendum, quando erano agli antipodi, ora le volontà degli elettori e dei mercati  sono perfettamente allineate. Segno che la Grecia sta uscendo dalla sua lunga crisi economica e politica.