(foto Ansa)

L'intervista

Dopo la visita, Nicolas Bavarez ci dice perché Parigi non capisce Meloni

Mauro Zanon

“Francia e Italia non perdano di vista gli interessi a lungo termine e il futuro dell’Europa. La dinamica del Trattato del Quirinale è una base di fondamentale da cui partire”, dice al Foglio la firma del Figaro. L’alleanza necessaria e le europee

Parigi. “È importante che Francia e Italia rinuncino alle posizioni tattiche legate a questioni di politica interna per non perdere di vista gli interessi a lungo termine di entrambi i paesi e lavorare congiuntamente per il futuro dell’Europa. La dinamica del Trattato del Quirinale è una base di fondamentale importanza a partire dalla quale i dirigenti francesi e italiani devono costruire un rapporto bilaterale sempre più solido”. Nicolas Baverez, firma di lungo corso del Figaro, allievo di Raymond Aron e attento osservatore delle dinamiche europee, analizza in una conversazione con il Foglio le sfide che attendono Francia e Italia: due paesi che “si sono allontanati a causa di dichiarazioni politiche di corto respiro, di un’escalation di frasi ostili, ma che hanno interessi comuni, più di quanto si pensi”.

 

L’incontro a Parigi tra il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, è stato molto importante in ragione dei molti dossier europei che attendono Francia e Italia e per i quali è necessaria una convergenza. Abbiamo un’Europa che oggi deve far fronte ai problemi della guerra in Ucraina, con la minaccia esistenziale rappresentata dalla Russia di Vladimir Putin, l’escalation legata ai missili nucleari tattici mandati in Bielorussia e la crisi dell’energia. Ma c’è anche la questione del Patto di stabilità e crescita. Questi sono i principali dossier. Poi, ovviamente, ci sono le elezioni europee del prossimo anno che avranno un’importanza centrale, perché la Russia cercherà di interferire nel risultato tirando la volata ai partiti estremisti, con l’obiettivo di indebolire il più possibile l’Europa”, spiega Baverez.

 

Francia e Germania hanno oggi due visioni diverse, quasi opposte sul futuro dell’Europa, e l’Italia, secondo l’editorialista del Figaro, avrebbe più benefici aderendo alla visione francese. “Il progetto difeso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz prevede l’allargamento dell’Europa a 38 paesi, con l’estensione del voto a maggioranza qualificata alla politica estera e alla politica di difesa. Il progetto tedesco risponde alle aspettative di molti paesi e ai paesi candidati. E il pilastro, nel caso in cui avesse la meglio la visione di Scholz, sarebbe l’Europa centrale e orientale, con l’abbandono del cosiddetto ‘noyau dur’, il nocciolo duro dell’Europa, che è la visione francese. Roma si ritrova più in un’Europa modello francese, incentrata sui tre paesi fondatori, che non in quella tedesca, dove rimarrebbe ancor più soffocata della Francia”, dice Baverez.

 

A Parigi, Giorgia Meloni continua a essere “molto sottovalutata”, secondo Baverez, “ma è innegabile che, rispetto al suo progetto di partenza, si sia rivelata una leader responsabile sulle questioni europee”. “La posizione francese è isolata in questo momento in Europa, Macron ha bisogno di alleati e deve dunque essere pragmatico e realista. Con Meloni e l’Italia ci possono essere molte sintonie: sulla riforma del sistema d’asilo, come ha dimostrato il voto dell’8 giugno, sulle politiche industriali, ma anche sulla riforma del mercato elettrico, nonostante l’Italia non sia un paese nucleare”, spiega Baverez.

 

Lo scontro, secondo lui, sarà sulle elezioni europee del prossimo anno. “Meloni ha un vero progetto di unione delle destre europee e lo scontro, con Macron, rischia di essere frontale in questo dossier”, osserva Baverez. Lunedì il Monde ha titolato in prima pagina sulle destre europee tentate dall’estrema destra, sulla fine del cosiddetto “cordone sanitario” anti estremismi, che apre la strada a una ricomposizione politica inedita nel futuro Europarlamento. “Basti osservare ciò che è accaduto in Svezia e ciò che potrebbe accadere in Spagna con l’alleanza tra il Partito popolare e Vox”, sottolinea Baverez. Una convergenza Macron-Meloni per il nuovo assetto dell’Europa? “Giorgia Meloni non è Marine Le Pen, ma Macron non può essere d’accordo con un’alleanza delle destre. Per ora non riesce neppure a fare un accordo con la destra gollista, i Républicains, in politica interna”.