Foto Ap, via LaPresse

Il principe Harry molto a pezzi. Che finale fantastico sarebbe il ritorno a corte

Alberto Mattioli

Le speranze dei windsoriani nel divorzio da Meghan Markle. Intanto vive in albergo e ha preso casa in Inghilterra per il gran ritorno da figliuol prodigo

Divorziano, non divorziano? Lui ha già arruolato gli avvocati, vive in albergo, anzi ha preso casa in Inghilterra per il gran ritorno da figliuol prodigo. Quanto a lei, nota specialista nell’usa-e-getta di partner ricchi & famosi, si terrà la notorietà e i due figli, e ha pure firmato un contratto con un’agenzia di Los Angeles. O almeno è quel che scrive quel genere di giornali che nei romanzi di Agatha Christie la castellana ufficialmente compra per il diletto della servitù, ma il maggiordomo “è molto comprensivo, non li porta mai via prima del tè” (copyright di lady Lucy Angkatell in Poirot e la salma). Però è un fatto che il 18 maggio i duchi di Sussex non abbiano scritto uno straccio di riga su Instagram per celebrare il quinto anniversario di matrimonio e si sa che oggi le coppie, almeno quelle modello “usciti dalla casa del Grande fratello” come la loro, scoppiano quando non postano più insieme.

Di sicuro, Harry Windsor e Meghan Markle hanno già divorziato da Spotify, anzi Spotify ha divorziato da loro, annunciando che la collaborazione con la coppia finisce qui, dopo appena una stagione di Archetypes, il podcast di lei che in una memorabile il Times stroncò così: “Come essere chiusi nella stanza relax di un centro benessere con una maestra di yoga insolitamente concentrata su se stessa”. Era un contratto da venti milioni di dollari, più di qualsiasi Windsor abbia mai guadagnato in tutti i tempi. Ma, scrive il Wall Street Journal, di solito autorevole quando parla di soldi, dal 2020 i due hanno prodotto troppo poco perché fosse prolungato. E il duca di Sussex sta forse finalmente realizzando che parlare male della propria famiglia è un impiego lucroso ma non stabile, anche perché non si vede davvero cosa possa aggiungere alle cattiverie già pubblicate per renderle di nuovo appetibili. Le memorie esplosive sono come una pistola con un colpo solo: una volta sparato, sei disarmato. E infatti pare sia escluso un nuovo volume, peccato, però, così Harry avrebbe stabilito il record mondiale per aver scritto più libri di quanti ne abbia sfogliati (o forse no, dato che Spare, in effetti, non l’ha scritto lui, il che forse spiega perché sia così piacevole leggerlo).

Qui bisogna ovviamente fare la tara agli scoop dei tabloid, secondo i quali sarebbero per separarsi anche William e Kate e addirittura Carlo e Camilla (ma come, dopo tutta la fatica per portarla sul trono?). Però pare proprio che Harry sia a pezzi perfino più del personaggio di Woody Allen. Questo dà speranza a noi windsoriani più realisti del re e più monarchici della monarchia: divorziato e disoccupato, Harry potrà lasciare il nuovo mondo, in senso reale e figurato, e tornare nel vecchio, dove Carlo III, si dice, è pronto ad accoglierlo purché ci rientri da solo. A parte forse che per il vitello grasso, sarebbe un happy ending fantastico: torna, ’sto palazzo aspetta a te! E poi così il pargolo, annegato dall’arpia americana in una melassa di piagnisteo woke, potrebbe finalmente tornare a fare l’allegro principe Harry dell’Enrico IV, il contraltare scavezzacollo e bevitore e donnaiolo del fratello perfettino e irreprensibile fino ai confini dello sbadiglio e oltre. Che meraviglia, rispedirlo a combattere in qualche guerra post imperiale o rivederlo felicemente sbronzo a qualche party, come ai bei tempi ante MM. Divorziare dalla divorziata e rientrare a casa, magari innamorandosi subito di qualcun’altra, che idea geniale. Da lassù, o più probabilmente da laggiù, visto che non era uno stinco di santo, l’antenato Enrico VIII apprezzerebbe assai (ma anche Carlo II e Giorgio IV ed Edoardo VII, a ben pensarci…).

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