Roberta Metsola in Moldavia (Ansa)

Il colloquio

Metsola porta l'Ue in Moldavia e ci spiega quanto è importante essere “dove succedono le cose”

Pietro Guastamacchia

“Conosco bene il potere che una sola visita, un solo viaggio, può avere per un paese che in questo periodo turbolento ha scelto la via dell’Europa”, dice la presidente del Parlamento europeo, che domenica scorsa era a Chinisau per l'European Moldova Assembly a cui hanno partecipato in 80 mila

Bruxelles. “L’Europa è la vostra famiglia ed è vostro diritto scegliere se sarà il vostro destino”, così la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, si è rivolta alle 80 mila persone radunate a Chisinau, in Moldavia,  durante l’imponente manifestazione pro Europa organizzata domenica dal governo moldavo e dalla presidente Maia Sandu. Quella di Metsola a Chisinau è stata una presenza più che cerimoniale, “conosco bene il potere che una sola visita, un solo viaggio, può avere per un paese che in questo periodo turbolento ha scelto la via dell’Europa”, commenta al Foglio la presidente tornata agli impegni dell’Europarlamento dopo la missione in Moldavia. 


La European Moldova Assembly per la presidente è stato “un evento sorprendente, un’emozione incredibile scaturita dal vedere un paese così piccolo portare 80 mila persone per le strade a manifestare a favore dell’Europa”. Un viaggio, quello di Metsola, strappato a un calendario istituzionale sempre più fitto per via dell’avvicinarsi del voto delle prossime europee previste per giugno 2024, e che potenzialmente potrebbe imbrigliarla a Bruxelles, ma la presidente ha dimostrato di voler interpretare il suo ruolo al di fuori dell’incarico istituzionale.

La capacità di anticipare gli eventi è il marchio di una presidenza dinamica di un’istituzione che, tradizionalmente, dinamica non è. Il viaggio in Moldavia infatti non è la prima volta in cui la presidente si spinge oltre i confini tradizionali del suo ruolo. La sua presenza a Kyiv nell’aprile 2022, il primo viaggio da parte di un leader di un’istituzione Ue, aveva già fatto capire che la leader del Parlamento intendeva imprimere un nuovo significato al concetto di vicinato europeo. “La questione è semplice, penso che il Parlamento europeo debba reagire alle cose che succedono quando succedono”, dice  Metsola a margine dei lavori a Bruxelles.

Il messaggio dato domenica dunque è stato chiaro: “Quando un paese guarda all’Europa come alla sua casa noi dobbiamo aprire i nostri cuori e le nostre porte”, ha detto la presidente agli 80 mila moldavi radunati nella piazza centrale della capitale. Parole necessarie per la leadership moldava che da settimane lanciava segnali chiari di difficoltà che non lasciavano spazio ai dubbi. “Vogliamo aderire all’Unione europea il prima possibile. Crediamo di poter salvare la nostra democrazia solo facendo parte dell’Ue”, aveva detto pochi giorni fa la presidente Sandu al vertice del Consiglio d’Europa che si è concluso martedì in Islanda. 

 

La visita di Metsola è stata quindi un’àncora importante per un paese nella tempesta a causa della guerra nella vicina Ucraina e le ingerenze russe rese più complesse dal conflitto congelato con la enclave della Transnistria. Scogli che rischiano di interrompere l’impeto dell’onda riformatrice europeista rappresentata dalla vittoria elettorale della presidente Sandu. Una tempesta resa più pericolosa dalle voci di un possibile golpe emerse a febbraio 2023 e dai ripetuti tentativi di Mosca di far deragliare il processo di pace interno, mettendo in crisi l’equilibrio politico a Chisinau e compromettendo la partita per il suo futuro in Ue. “C’è un popolo che si trova davanti a sfide senza precedenti e lotta contro intimidazioni persistenti e sforzi costanti per corrompere il processo di avvicinamento all’Ue, un popolo che ha bisogno quindi di vederci più spesso”, spiega ancora Metsola che nel suo viaggio ha fatto in modo di incontrare  tutte le principali istituzioni moldave, la presidente Sandu, il primo ministro e il presidente del Parlamento.

 

Per esprimere solidarietà però non bastano visite ma servono anche risultati e anche qui il Parlamento europeo si è messo in moto dando il via libera al pacchetto di aiuti finanziari dell’Ue per la Moldavia e approvando in autunno la proposta di raddoppio della quantità di prodotti agricoli moldavi esportati nell’Ue senza dazi doganali.  La prossima sfida per Chisinau è l’apertura dell’iter dei colloqui per l’accesso all’Ue, pratica che la presidente Sandu spera si sblocchi “nel giro di pochi mesi”. Un passaggio istituzionale che si giocherà sul tavolo del Consiglio Ue e dove il Parlamento europeo gioca un ruolo limitato ma su cui la moral suasion della presidente può ancora far leva ben oltre i perimetri del suo ruolo. 
 

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