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la notte elettorale inglese

Il Regno Unito premia i labour alle elezioni locali. Un test per il Parlamento al voto tra un anno

Luciana Grosso

Gli inglesi contano i voti per il rinnovo delle cariche locali con il testa l'appuntamento elettorale del prossimo anno. I laburisti festeggiano ma non esultano: oggi il vento soffia dalla loro parte, ma in un anno tutto può succedere

Londra. Ieri si è votato nel Regno Unito. Si trattava di elezioni locali che, in teoria, come tali dovrebbero contare. Eppure nei commenti e nel sentire degli osservatori, il loro valore è clamorosamente nazionale. Lo è perché sono le prime elezioni che si svolgono dopo la vittoria landslide di Boris Johnson nel 2019 e le ultime prima delle prossime elezioni politiche, ma soprattutto perché sono le prime, da più o meno dieci anni, a svolgersi senza l’ombra gigantesca di Brexit a fare da Moloch succhia ossigeno. Per questo il voto di ieri è considerato come la prova generale delle prossime elezioni per il Parlamento.

Se, fra un anno, i risultati di questa notte (ancora parziali, ne mancano molti) saranno confermati, vorrà dire che lo scenario è chiaro: i tory sono avviati a una clamorosa sconfitta, i labour a una clamorosa vittoria. Nel frattempo però tutto può succedere.

Per ora il divario elettorale appare di circa 10 punti. Tuttavia, in queste elezioni, a decidere chi vince e chi perde non sono le percentuali, ma i seggi. I numeri sono chiari: i laburisti hanno guadagnato 117 seggi, i conservatori ne hanno persi più di 200. Ancor di più, dei seggi conta il loro peso. In questo calderone di numeri, ci sono alcune sconfitte che sono più sconfitte di altre e alcune vittorie che sono più vittorie di altre. Come quella di Windsor, che da sempre è una delle più solide roccaforti conservatrici e che ora, invece, è scivolata nelle mani dei Lib Dem. Oppure Medway, circoscrizione nella quale i Labour non avevano mai vinto, almeno fino a ieri. Oppure Blackpool, città del cosiddetto Redwall, che i Labour avevano dolorosamente perso nel 2019 e che ora sembrano sulla buona strada per riprendere.

Poi c’è il caso, clamoroso, di Plymouth. Città tra le più importanti di questa tornata elettorale (250 mila abitanti), ma soprattutto nervo scoperto sia di Labor che Tory: dopo aver cambiato maggioranza numerose volte nel giro di pochi anni, di recente Plymouth aveva premiato i conservatori. Sembrava andare tutto bene, fino a quando, una mattina, i residenti si sono svegliati scoprendo che 100 alberi, giovani e sani, erano stati tagliati per decisione del consiglio. Consiglio che non ha mai spiegato la sua decisione che, infatti, nessuno ha mai capito. Il conto elettorale è stato giustamente salatissimo.

Eppure, mentre in mezzo Regno Unito si continua a contare i voti delle elezioni di cariche locali, la testa di tutti è rivolta alle prossime politiche, al prossimo governo. Rishi Sunak, premier in conservatore in carica, si ritrova a dover costruire praticamente da zero un consenso da erigere tutto sulle macerie di quello, ormai sgretolato e lontano, di Boris Johnson e Liz Truss. Keir Starmer, invece, che i risultati hanno incoronato vincitore di questa notte, festeggia ma non esulta nonostante secondo i sondaggi sia 20 punti avanti alle elezioni generali. Dopo questa notte in cui i sondaggi si sono trasformati in voti, Starmer ha tutto da perdere. Il successo elettorale è tanto dolce quanto fuggevole.

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