(foto EPA)

editoriali

La Cina arresta i taiwanesi

Redazione

Il primo “secessionista” e l’editore sparito.  La pericolosità del tragitto Taipei-Pechino

Yang Chih-yuan è il primo attivista taiwanese che dovrà affrontare l’accusa di secessionismo in un tribunale di Pechino. Il trentatreenne Yang era stato arrestato lo scorso agosto a Wenzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, poco dopo la visita dell’allora speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi – scatenando l’ira della Repubblica popolare cinese che  annunciò l’intenzione di reprimere i “separatisti taiwanesi”. Dopo otto mesi di silenzio sulla sua sorte, martedì la Procura suprema del popolo cinese ha annunciato l’arresto formale di Yang, accusato di essere un sostenitore di lunga data dell’“indipendenza di Taiwan” (paese de facto indipendente e mai governato da Pechino) e di aver fondato un “Partito nazionalista di Taiwan”, illegale secondo la legge cinese e punibile con la pena di morte. Il caso di Yang è la conferma che gli arresti e le intimidazioni della Cina nei confronti di Taipei si fanno sempre più brutali: nonostante questo sia il primo caso di un taiwanese arrestato nella Cina continentale con l’accusa di “attività separatiste”, non è la prima volta che Pechino arresta un cittadino di Taipei per presunte attività che danneggiano la “sicurezza nazionale”.

 

Ieri, un giorno dopo la formalizzazione dell’arresto di Yang, è stato confermato  anche l’arresto di Li Yanhe, un editore  che ha pubblicato alcuni libri critici nei confronti del Partito comunista cinese sotto lo pseudonimo Fu Cha. Nato in Cina, si era trasferito a Taiwan nel 2009. Un mese fa era tornato in Cina per trovare i parenti in occasione del Qingming, il giorno degli antenati in Cina. Una settimana fa era stata denunciata la sua scomparsa e solo ieri Pechino ha confermato l’apertura di un’inchiesta su Fu Cha. Le autorità taiwanesi hanno denunciato gli “arresti arbitrari” della Cina nei confronti dei residenti di Taiwan come violazioni dei diritti umani e martedì hanno ricordato di “valutare i rischi rilevanti” prima di visitare la Cina: state attenti, “la Cina continentale è abituata a violazioni dei diritti e della sicurezza personale”.

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