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Il caso

Il fallimento della missione europea in Tunisia: Johansson in visita senza ministri degli Interni

Redazione

Saied ancora incerto sulle condizioni del Fondo monetario. Così Bruxelles decide di sospendere la tranche di aiuti. Piantedosi e gli omologhi annullano il viaggio. E la presenza della commissaria europea servirà da semplice moral suasion

Oggi la commissaria europea per gli Affari interni Yiva Johansson è volata in Tunisia. Ma la missione europea per cercare di risolvere la questione tunisina è già fallita. Johansson è partita senza i ministri degli interni di Italia, Francia e Germania, che un mese fa avevano annunciato la missione e però hanno deciso di annullare la partenza viste le scarse rassicurazioni ottenute dal presidente tunisino Saied. Situazione che ha convinto le istituzioni europee a bloccare la tranche di aiuti in attesa che il governo tunisino accetti le condizioni poste dal Fondo monetario internazionale.

La commissaria europea cercherà di persuadere il leader tunisino a varare quanto prima le riforme chieste dal Fmi, in modo da poter accedere al finanziamento da 1,9 miliardi di dollari. Eppure il quadro non è di certo semplificato dal recente arresto del leader dell'opposizione Ghannouchi. Così come dal fatto che Saied sarebbe poco propenso a far accettare alla popolazione, già particolarmente stremata dalla crisi in cui è piombato il paese, un programma cosiddetto "lacrime e sangue".

 

La questione sta molto a cuore all'Italia, tanto che la delegazione italiana è stata l'ultima ad aver annullato il viaggio (seppur dal Viminale abbiano smentito che fosse davvero in programma). L'obiettivo del governo italiano, che ha cercato una sponda negli Stati Uniti, è quello di cercare di bloccare le partenze dalla Tunisia: nelle ultime ore la situazione a Lampedusa è diventata critica, con lo sbarco di altri 700 migranti provenienti per lo più dal porto tunisino di Sfax.

E' da mesi che il governo ha individuato nella causa tunisina uno dei punti chiave della propria politica estera. Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi si era recato, insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Tunisi a gennaio e a fine marzo ha avuto un colloquio con il corrispettivo tunisino Kamel Fekih. 

Il capo della Farnesina nelle scorse settimane ha detto di considerare necessario e centrale il ruolo di Tunisi, seppur non sbilanciandosi troppo per la scarsa affidabilità e il rischio di sostenere il regime. Ieri sera, quando s'era capito che la missione era tramontata (almeno per ora) in tv ha confessato che la "situazione in Tunisia rimane molto indietro". E' il segno che dalla giornata di oggi a Roma ci si aspetti davvero poco di concreto. 

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