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Il divieto al grano ucraino di Polonia e Ungheria apre un frattura con Bruxelles

David Carretta

Varsavia e Budapest vietano l'importazione di prodotti agricoli dall'Ucraina per proteggere i produttori locali, ma il problema è più politico che economico. Ora la Comissione valuta una procedura di infrazione: "Azioni unilaterali non sono accettabili”, dice la portavoce Miriam Garcia

C'è un limite alla solidarietà senza falle della Polonia nei confronti dell'Ucraina: gli interessi degli agricoltori polacchi. Il governo di Varsavia sabato ha deciso di vietare l'importazione di grano e altri prodotti agricoli dall'Ucraina per proteggere i produttori locali, dopo un crollo dei prezzi provocato dall'afflusso di generi ucraini attraverso le “corsie di solidarietà” create dall'Unione europea. La Commissione ha promesso 56 milioni di aiuti d'emergenza per Polonia, Romania e Bulgaria (29,5 milioni solo per Varsavia). Ma il problema è più politico che finanziario. Lo dimostra il fatto che l'annuncio del divieto è stato fatto dal leader del PiS, Jaroslaw Kaczynski, durante una riunione di partito. “Oggi il governo ha deciso su un regolamento che proibisce l'ingresso, l'importazione di grano in Polonia, ma anche di decine di altri tipi di prodotti alimentari” dall'Ucraina, ha detto Kaczynski. La Polonia andrà al voto prima di ottobre e il PiS, secondo i sondaggi, potrebbe perdere la maggioranza in Parlamento. "Non lasceremo mai gli agricoltori senza aiuti", ha detto il premier Mateusz Morawiecki. L'elenco dei prodotti ucraini banditi include frutta, verdura, latte, formaggi e carne.

Il governo di Viktor Orbán sabato ha seguito la strada tracciata dalla Polonia, annunciando un analogo divieto di importazione di prodotti agricoli dall'Ucraina. Anche nel caso di Budapest c'è una dimensione politica. Orbán ha denunciato il fatto che l'Ungheria è stata esclusa dalla Commissione nel primo pacchetto di aiuti di emergenza e vuole scaricare sull'Ue le difficoltà economiche che attraversa il suo paese. “In assenza di misure significative dell'Ue”, l'Ungheria “vieterà temporaneamente l'importazione di grano e olio di semi in provenienza dall'Ucraina, così come di altri prodotti agricoli”, ha annunciato il ministro dell'Agricoltura, István Nagy. Il divieto durerà fino al 30 giugno. L'Ungheria, oltre a mettere fine alle “corsie di solidarietà” dell'Ue per l'Ucraina, vuole introdurre quote alle importazioni e tornare a imporre dazi sui prodotti agricoli ucraini.
 

La Commissione di Ursula von der Leyen ha reagito duramente alla decisione di Polonia e Ungheria di vietare l'importazione di grano ucraino. “La politica commerciale è una competenza esclusiva dell'Ue e, di conseguenza, azioni unilaterali non sono accettabili”, ci ha detto ieri la portavoce della Commissione, Miriam Garcia: “In questi tempi difficili, è cruciale coordinare e allineare tutte le decisioni all'interno dell'Ue”. La Commissione ha chiesto ulteriori informazioni alle autorità di Varsavia e Budapest. Una procedura di infrazione non è da escludere. L'esecutivo comunitario stava già lavorando a un secondo pacchetto di aiuti da diverse decine di milioni di euro per gli agricoltori dei paesi della regione. Soprattutto, la Commissione non intende rimettere in discussione le “corsie di solidarietà” e l'abolizione dei dazi, nel momento in cui l'accordo sul grano nel Mar Nero rimane in bilico e l'economia dell'Ucraina ha subito un crollo di quasi il 30 per cento nel 2022 a causa della guerra.

 


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