Foto di Hannibal Hanschke, via Ansa  

progetti tedeschi

Ecco chi sono i due ministri scelti da Scholz per legalizzare i “club” della cannabis

Daniel Mosseri

Karl Lauterbach, titolare alla Salute, e Cem Özdemir, all'Agricoltura, sono le scelte del cancelliere tedesco per la legalizzazione della marijuana a uso ricreativo. Due esponenti molto "quadrati" per un tema delicato

Berlino. Il ministro della Salute Karl Lauterbach è stato chiaro: la Germania non si ispira ai Paesi Bassi, “il cui modello io conosco molto bene”. Ieri l’esperto di Farmaeconomia e immunologo di grido prestato alla politica nei ranghi socialdemocratici (Spd) ha presentato il progetto del governo tedesco per la legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo – quella per uso sanitario circola già dal 2017. Accanto a lui in conferenza stampa c’era il titolare dell’Agricoltura, Cem Özdemir, storico esponente dei Verdi.

 

Il tema è delicato e colpisce come il governo di Olaf Scholz abbia incaricato della sua presentazione due ministri molto “quadrati”. A dicembre 2021, quando il Covid-19 era ancora forte, Scholz ingaggiò Lauterbach per la sua esperienza nella gestione sanitaria e la sua fama di falco in materia di vaccini, mascherine e distanziamento sociale. Fra i Verdi, Özdemir è il meno hippy di tutti: una settimana fa, il ministro figlio di Gastarbeiter turchi ha partecipato a un’esercitazione della Bundeswehr ad Amburgo, e le sue foto in uniforme hanno fatto sollevare qualche sopracciglio alla sinistra tedesca di scuola antimilitarista.

 

La proposta, prevista dal patto di coalizione fra Verdi, Spd e Liberali, punta a colpire il mercato nero, a migliorare la qualità di quel che fumano i tedeschi, e a proteggere i minorenni con programmi che spieghino i possibili danni alla salute fisica e psichica derivanti dal consumo della marijuana. “Noi non vogliamo creare alcun problema, intendiamo risolverne di vecchi”, ha ripetuto Lauterbach, partito determinato contro “decine di migliaia di casi di microcriminalità” legati allo spaccio della marijuana. Con approccio pragmatico il ministro-scienziato ha osservato che “il consumo di cannabis è una realtà che non possiamo ignorare”. 

 

Secondo il ddl, ogni individuo iscritto a un club per la coltivazione della cannabis sarà libero di circolare con 25 grammi di marijuana senza incorrere in sanzioni e di coltivare tre piante femmine per uso personale. Gli acquisti non si faranno dunque in coffee shop all’olandese, “che hanno demandato al mercato nero la fornitura di cannabis per tutti”, ma in circoli senza scopo di lucro con al massimo 500 membri; e chi non è iscritto non fuma. La filiera, ha poi assicurato Özdemir, sarà tutta controllata: no agli additivi o a prodotti che provocano dipendenza. Facile immaginare che lo Zeitgeist imporrà cannabis rigorosamente bio.

  

Nella Germania federalista, saranno i Länder a stabilire le regole per il funzionamento dei club delle canne. Il governatore della Baviera, il cristiano-sociale Markus Söder, ha già fatto ampiamente sapere che lui non ci sta: “La legalizzazione delle droghe è semplicemente la strada sbagliata da percorrere. Lauterbach sta proponendo l’istituzione di club della droga. Questo non risolve alcun problema, ma ne crea di nuovi”. Netto anche Mario Czaja, segretario generale della Cdu: “Rifiutiamo fermamente le proposte presentate per la legalizzazione della cannabis”. La maggioranza punta all’approvazione del progetto entro l’anno.

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