Niente verdura al ristorante, ma anche niente lavoretti improvvisati per i non inglesi in un bar. Quattro storie per ricordarci che tutto quello che uno studente squattrinato un giorno cercava in Inghilterra oggi non può che cercarlo in Europa
Indovina chi viene a cena? La Brexit! E’ un mercoledì di marzo, siamo a Londra, siamo in un famoso ristorante italiano specializzato in carne nel cuore di Soho, siamo in compagnia di alcuni ventenni italiani che vivono da qualche anno nella capitale inglese e improvvisamente, durante le ordinazioni, la Brexit si presenta con prepotenza e plasticamente di fronte a noi. “Per favore, potrei avere anche un po’ di verdura?”. “Mi dispiace, ma la verdura non c’è”. Sono passate da pochi minuti le venti e la Brexit, la Brexit che ora comincia a presentare il conto agli inglesi costringendo il governo ad alternare la mano dura contro gli immigrati con la ricerca di un modo per fare arrivare più immigrati legali nel paese, sfiora anche chi è di passaggio a Londra e chi in passato ha conosciuto la bellezza di questa città attraverso una pratica oggi divenuta impossibile: sbarcare qui, nella City, senza quattrini, solo con un biglietto aereo, con qualche pound per sopravvivere una settimana, o poco più, e dedicare quel tempo a disposizione per cercare un lavoretto con cui provare a garantirsi la vacanza inglese.
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