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i risultati

Kallas vince le elezioni in Estonia. Il grande sconfitto è Putin

David Carretta

Il partito della premier uscente raccoglie il 31,2 per cento. Male l'estrema destra. Ora il nodo coalizioni: possibile l'alleanza con i liberali di Estonia 200

Bruxelles. Il Partito per la riforma del premier Kaja Kallas ha trionfato nelle elezioni legislative di ieri in Estonia, nel primo test elettorale del 2023 che avrebbe potuto mettere in discussione la determinazione del sostegno europeo all'Ucraina, a causa delle conseguenze economiche della guerra di Vladimir Putin. Secondo i risultati definitivi, il Partito per la riforma di Kallas ha ottenuto il 31,2 per cento dei voti, guadagnando quasi tre punti rispetto alle elezioni del 2019. Soprattutto, Kallas ha ottenuto praticamente il doppio dei suffragi del partito di estrema destra Ekre, che si è fermato al 16,1 per cento, due punti in meno rispetto a quattro anni fa, dopo una campagna incentrata sulle critiche alle sanzioni occidentali nel tentativo di capitalizzare lo scontento popolare per un'inflazione al 20 per cento.

 

La nottata elettorale estone è stata un incubo per il campo putinista. Il Partito di centro dell'ex premier, Juri Ratas, che fino allo scorso anno aveva un accordo di cooperazione con Russia Unita, ha subìto un tracollo passando dal 23,1 al 15,3 per cento. Per contro, un piccolo partito liberale pro-occidentale, Estonia 200, è balzato dal 4,4 per cento al 13,3 per cento, entrando per la prima volta in Parlamento. Potrebbe essere Estonia 200 il nuovo partner di coalizione di Kallas nel prossimo governo. I suoi due attuali alleati escono dal voto leggermente ridimensionati: il partito socialdemocratico passa dal 9,8 al 9,3 per cento, mentre i conservatori di Isamaa scendono dal 11,4 al 8,2 per cento.

 

I leader delle istituzioni dell'Unione europea si sono subito felicitati con Kallas. "Felice per la mia amica Kaja Kallas, dopo la vittoria nelle elezioni estoni", ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ricordando che "dall'inizio della guerra Kaja Kallas è stata una voce forte a favore del nostro sostegno all'Ucraina. Continueremo a lavorare insieme per la pace, la giustizia e la sicurezza", ha detto Metsola. "Le mie più calorose congratulazioni", ha twittato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: "Non vedo l'ora di continuare la nostra stretta collaborazione".

Il sollievo è giustificato per chi non aveva studiato il sistema di scrutinio dell'Estonia, dove quasi metà degli elettori ha scelto di votare via internet. Ieri sera, prima dell'arrivo dei risultati del voto online, Ekre era dato nettamente in testa, alimentando (in modo ingiustificato) i timori di una vittoria dell'estrema destra. Alla fine il leader di Ekre, Martin Helme, ha annunciato ricorsi davanti ai tribunali per contestare i risultati. "Non mi fido dei voti via internet", ha detto Helme: “Tutti quelli che hanno votato per il Partito per la riforma avrete più inflazione, più povertà e più perversione sessuale”.

In realtà, la partecipazione degli elettori è stata massiccia. L';affluenza è stata del 63,7 per cento, che sulla base della nuova metodologia introdotta per queste elezioni rappresenta il livello più alto dall'indipendenza dell'Estonia. Nel suo primo discorso dopo la pubblicazione dei risultati, ieri Kallas ha usato toni pacati. "Sembra che gli elettori abbiano parlato. Da quello che ho visto sullo schermo, abbiamo fatto abbastanza bene", ha detto il premier, ringraziando gli elettori per la fiducia dopo due anni di governo. Nonostante avesse vinto le elezioni anche nel 2019, Kallas era finita all'opposizione dopo un accordo tra il Partito di centro di Juri Ratas e l'estrema destra di Ekre. Solo nel 2021, è diventata primo ministro, dopo che uno scandalo aveva travolto il governo Ratas mandando all'opposizione sia il Partito di centro sia Ekre. Ora Kallas dovrà mettere insieme una coalizione. Il suo Partito per la riforma ottiene 37 seggi sui 101 del Parlamento estone. Per arrivare alla cifra magica dei 51 seggi, Kallas potrà scegliere se proseguire con i socialdemocratici (9 seggi) e i conservatori di Isamaa (8 seggi) oppure, come ritengono gran parte degli osservatori, rivolgersi anche al partito Estonia 200 (14 seggi). In ogni caso l'aritmetica politica estone è chiara: il grande sconfitto è Vladimir Putin.

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