editoriali

Meloni ringrazia il Dalai Lama

Giulia Pompili

La premier risponde alle congratulazioni ricevute. Ennesimo messaggio contro Pechino, ma è la posizione di tutto il governo?

Negli ultimi anni Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, ha perso un po’ della sua capacità d’influenza sul dibattito pubblico internazionale. E’ anziano, stanco, dicono gli osservatori, ci sono molte altre minoranze, oltre a quella buddista, che Pechino perseguita e minaccia. Ogni tanto si lascia andare a qualche dichiarazione un po’ sopra le righe,  ma sul piano della diplomazia istituzionale è sempre molto formale. E così l’altro ieri, sul suo sito dalailama.com, è apparso un comunicato in cui si congratulava con Giorgia Meloni: “Vorrei dire che mi fa piacere che il nuovo presidente del Consiglio italiano sia una donna”, ha dichiarato il Dalai Lama, “perché credo, e ci sono prove scientifiche che lo dimostrano, che le donne siano più empatiche e sensibili ai sentimenti degli altri. Di conseguenza, mostrano maggiore cordialità e preoccupazione per il benessere degli altri”.

 

E Giorgia Meloni, sul cui profilo twitter vengono rilanciati tutti i messaggi di auguri, ha deciso di dare parecchia importanza a questo attestato di stima che arriva dal governo tibetano in esilio: “Sono onorata del messaggio di affetto che il @DalaiLama ha voluto trasmettere a me e al governo. Colgo questa occasione per rinnovargli il nostro sentimento di amicizia”. L’ambasciata della Repubblica popolare cinese non ha ancora fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente del Consiglio (“ma dovranno farli, non è una cosa che possono evitare”, ci dice una fonte diplomatica) e forse aspetterà l’ultimo momento – quando anche Meloni sarà costretta ad affrontare diplomaticamente il dossier cinese e la “rielezione” del leader cinese Xi Jinping per un terzo mandato. Per ora, dopo la foto in compagnia dell’ambasciatore di Taiwan in Italia, l’intervista rilasciata alla Cna, l’agenzia di stampa taiwanese, Meloni ha mandato parecchi messaggi neanche troppo velati a Pechino: ha toccato praticamente tutti i temi sensibili per la Cina, le resta solo lo Xinjiang. Ma questa sua opposizione così evidente e manifesta al regime cinese potrebbe essere il secondo problema da affrontare, dopo le influenze russe, dentro all’alleanza di governo.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.