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La Russia in default sul debito estero: la prima volta dal 1917

Redazione

A causa delle sanzioni che la escludono dai sistemi di pagamento internazionali, Mosca non riesce a saldare il pagamento di due eurobond da 100 milioni di dollari

Nella notte di domenica per la Russia è scaduto il termine per il pagamento degli interessi su due eurobond da 100 milioni di euro. Secondo quanto riporta Reuters, alcuni creditori taiwanesi hanno confermato che il debito non è stato pagato.

Il motivo sarebbero le sanzioni che impediscono al paese l’accesso ai sistemi di pagamento e cambio internazionali. Secondo le agenzie di rating era più che probabile che Mosca non sarebbe stata in grado di onorare il debito, da quando a maggio il dipartimento del Tesoro americano aveva chiuso definitivamente i canali di trasferimento.

 

Si tratta del primo defaul del debito estero da quando esiste la Federazione russa. Per arrivare a un precedente bisogna scavare fino alla rivoluzione comunista del 1917, quando i bolscevichi si rifiutarono di riconoscere il debito contratto dalla Russia degli Zar. Nel 1998 la Federazione aveva dichiarato il default sul debito domestico, richiedendo l’intervento delle istituzioni finanziarie internazionali (e degli stessi Stati Uniti).

 

A rendere la situazione peculiare è che a generare il default non è la mancanza di risorse da parte del debitore, ma l’impossibilità di corrispondere la somma a causa dell’isolamento internazionale. La Russia si era infatti detta disponibile a saldare il pagamento in rubli e il ministro della Finanze Anton Silunanov ha descritto il default come “una situazione artificiale creata da un paese ostile, che non avrà effetti sulla qualità della vita dei cittadini russi”.

 

Per il momento c’è da aspettarsi che gli effetti del default saranno per lo più simbolici. La Russia è infatti già esclusa dal mercato dei bond occidentali e il livello delle relazioni diplomatiche lascia poco spazio per immaginare un ritorno di Mosca nei sistemi finanziari. Al contempo il Cremlino sembra ancora in grado di finanziarsi con i guadagni sugli idrocarburi. Il default resta però un indice importante dell’isolamento della Russia e in futuro lo stigma del "debitore insolvente" potrebbe aumentare i tassi d’interesse sui titoli di stato del paese. 

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