Se non fosse nato un fronte occidentale composito, all’indomani della scelta bellica di Putin avremmo uno scontro che passerebbe sulle nostre teste, non solo con il Lend-Lease di Joe Biden o con la forte dislocazione politica di Downing Street, ma con il distacco dell’Europa orientale, dei paesi baltici e perfino di Svezia e Finlandia
Carlo De Benedetti dice che la guerra di resistenza in Ucraina agli europei non “conviene”, che il suo portato per noi sarà un insieme di recessione e di tensione migratoria insostenibile, e dunque dovremmo fare ogni sforzo per uscirne, costi quel che costi. Non stupisce che una personalità pubblica assuma una posizione critica sul corso delle cose a partire dall’invasione russa; molti “realisti” hanno sostenuto che la Russia ha le sue ragioni strategiche, e sopra tutto che l’evoluzione sul campo mostra ormai un fronte anglosassone distinto dalla posizione europea perché impegnato nel progetto di finanziare e armare i resistenti “per indebolire Putin”, come ha detto il segretario alla Difesa americano, e impedirgli di perseverare nel suo espansionismo, il che avvicinerebbe una prospettiva di escalation e allontanerebbe il negoziato per il cessate il fuoco e una qualche forma di pace armistiziale (questione controversa). Quando espresse con freddezza anche sorprendentemente cinica, ma da persone informate dei fatti, che non blaterano di una guerra per procura dell’imperialismo americano e dell’occidente a esso soggetto, e quindi non rovesciano le carte in tavola, certe idee hanno pieno diritto al vaglio.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE