La militarizzazione delle menti in Russia procede grazie a una propaganda che tocca le corde più profonde, quasi bestiali, dell'essere umano
La parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa di Mosca, un fumetto visto in diretta, affascinante e terribile, ha mostrato il retroterra magnetico della guerra condotta con le armi pesanti. Putin e il suo regime per una giornata sovra e ultrapolitica, al di là di un breve e insignificante comizio, si sono identificati con l’insieme protocollare della celebrazione della Vittoria contro il nazismo, la parata tra le cipolle di San Basilio e le Torri del Cremlino, con le sue linee geometriche perfette, i suoi materiali cingolati e le folle al passo mobile, le musiche bandistiche e gli inni e i colori e le onorificenze e le bandiere, i simboli di granito e di fiamma impreziositi dai fiori rossi, primo fra tutti i simboli quello del corteo degli Immortali in cui ciascuno sfila con la fotografia del suo avo morto in guerra (e Putin sfilava con la fotografia del padre Spiridonov, in un quadretto perfettamente dostoevskiano).
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