(Foto di Ansa)

Il Canard enchaîné rischia di essere spennato dai sindacati e dal wokismo

Mauro Zanon

Sulla difensiva e poco attento a questioni attuali e alla moda, lo storico giornale satirico francese viene messo sempre più in discussione. Sarà in grado di ritrovare la sua unicità?

Da un po’ di tempo al Canard enchaîné, principe dei giornali satirici francesi e guastafeste di politici e uomini d’affari con le sue inchieste contundenti, tira un’aria strana, di cambiamento, che sta creando parecchi mal di pancia. “Con la cellula sindacale, assistiamo alla comparsa di un contropotere al Canard, dunque a una svolta della sua storia”, ha sussurrato al Monde una delle “plume” del palmipede più celebre di Francia. La cellula sindacale di cui parla questo giornalista è stata creata alla fine del 2021 e raduna sotto l’etichetta Snj-Cgt, ancorata alla sinistra della sinistra, quindici dei ventidue giornalisti del Canard, secondo le informazioni del Monde. “La direzione vive questa cellula come una dichiarazione di guerra. Si direbbe che abbiamo commesso un crimine di lesa maestà”, ha detto al Monde un neotesserato Snj-Cgt, dando un’idea del clima poco sereno che si respira nella redazione.

La presenza di un nutrito gruppo di giornalisti sindacalizzati all’interno del Canard è vista da parte della direzione come un affronto alla cultura dell’indipendenza del giornale rispetto a qualsiasi obbedienza, anche perché la Cgt non è propriamente il sindacato più moderato di Francia: è il più oltranzista e imbevuto di ideologia. “La Snj-Cgt ci avvicina al Syndicat du livre (uno dei più potenti sindacati di categoria, ndr), è divertente”, dice con toni agrodolci Michel Gaillard, presidente delle Éditions Maréchal, la maison che edita l’anatra incatenata. 

Jean-François Julliard, condirettore del settimanale con Erik Empatz, ha dichiarato al Monde che il clima, forse, è diventato “troppo familiare, troppo paternalistico, come accade nelle aziende con pochi dipendenti”. In totale, il numero di effettivi della redazione, collaboratori compresi, non supera infatti la barra dei cinquanta, fatto che permette al Canard di beneficiare di alcuni vantaggi finanziari. Negli ultimi due anni, complici i confinamenti dovuti alla crisi sanitaria e la generalizzazione del telelavoro, “il tessuto sociale si è allentato” all’interno del Canard, ha riconosciuto Julliard. “Propizio agli interrogativi e alle inquietudini, il periodo ha probabilmente aggiunto ulteriori difficoltà ad affrontare la questione del futuro del giornale. E’ per questo motivo che gli ‘anatroccoli Snj-Cgt’, in una lettera datata 12 marzo, hanno proposto l’organizzazione di un ‘seminario di due giorni di riflessioni e dibattiti’”, racconta il Monde. Proposta rimasta senza risposta.

 

La vera spaccatura, tuttavia, riguarderebbe la linea editoriale del giornale satirico, poco attenta a certe questioni d’attualità molto alla moda, e la sua scarsa sensibilità “woke”. “Su #metoo, sulla diversità, sul movimento Black Lives Matter, sulla lotta femminista, sull’uguaglianza salariale, sulle minoranze sessuali, etc. siamo sulla difensiva”, ha detto al Monde in forma anonima una delle giornaliste che vorrebbe una virata wokista del Canard. “Se il Canard arriva a un punto di svolta è perché una generazione sta per partire”, constatano i non-sindacalizzati, che sono anche i più anziani del palmipede (entrato nel giornale nel 1972, amministratore delegato dal 1991, Nicolas Brimo, 71 anni, prevede di lasciare la redazione nel giro di due-tre anni; come lui, Michel Gaillard, 77 anni, membro del cda dal 1976, direttore nel 1992 e presidente nel 2017). 

Come già sta accadendo per altri giornali francesi, inizia a emergere una spaccatura generazionale anche in un foglio come il Canard che sembrava ermetico alle tendenze modaiole e geloso della sua unicità, un settimanale che fino a due anni fa poteva essere letto soltanto in versione cartacea, perché riottoso alla transizione digitale. Poi sono arrivati il Covid e il wokismo, e anche il giornale fondato più di cento anni fa da Maurice Maréchal  ha iniziato a subire scossoni. Per fortuna, continua a godere di un’ottima salute finanziaria: nel 2021, gli abbonamenti alla versione cartacea sono aumentati del 10,4 per cento, per un totale di 88.600 unità. 

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