Foto LaPrresse / Czarek Sokolowski  

I sabotatori russi accerchiano Kyiv

Cecilia Sala

La capitale ucraina è stretta tra la forza di resistere e una nuova violenza. I soldati di Putin sembrano lanciare un segnale: c’è poco da festeggiare la resistenza, perché noi possiamo anche cambiare metodo

Kyiv. Che l’esercito ucraino e i civili armati stiano resistendo all’assalto della capitale meglio del previsto è una certezza che qui tutti celebrano. La domanda consequenziale però è: quando i russi diventeranno molto più cattivi? Ieri la battaglia che ossessionava i vertici della Difesa era quella di Bucha, quarantacinque minuti in auto dal centro della capitale e l’ingresso che i russi privilegiano per sfondare ed entrare velocemente in città. E’ la porta di accesso da cui – rispetto alle altre direttrici dell’invasione da sud e da est – i russi partono avvantaggiati perché hanno già occupato la zona che la sovrasta a nord fino al confine con la Bielorussia e, a differenza del resto del paese dove devono spostarsi per tragitti molto più lunghi sempre sotto tiro degli agguati ucraini, lì muovere le truppe e far arrivare i rinforzi è facile. Ma a Bucha sono stati respinti con perdite, provocate non solo dai missili anticarro Javelin dati dagli americani ai soldati ucraini, ma anche da civili che con pistole e fucili si sono posizionati alle finestre del secondo piano di un palazzo e hanno messo nel mirino i militari russi che erano scesi dai blindati convinti di aver già conquistato la cittadina. Ogni giorno di frustrazione come quello di Bucha rende i russi più pericolosi


Quello che è successo dopo è che nel villaggio di Marjanivka – al confine con la Bielorussia – i russi hanno messo da parte lo slogan “colpiamo solo infrastrutture, basi militari e convogli ucraini” e hanno bombardato una scuola. Ci sono delle vittime tra i civili, nonostante ogni giorno si ascolti il rumore delle esplosioni nessuno può rimanere chiuso in un bunker tutto il tempo e chi era uscito per alcuni minuti è rimasto travolto sotto l’edificio collassato. Il conteggio esatto dei morti in questo caso è impossibile perché si tratta di una scuola nella zona occupata dai russi, ma fonti originarie del posto sentite dal Foglio conoscevano una coppia che è rimasta uccisa lasciando orfani i loro tre figli. Ieri lo Stato maggiore ucraino ha pubblicato un report in cui dice che un convoglio di blindati russi sta muovendo da Makariv, a ovest di Kyiv, e viaggia con donne e bambini a bordo che servono come scudi umani per inibire la reazione ucraina. I russi sembrano lanciare un segnale: c’è poco da festeggiare la resistenza, perché noi possiamo anche cambiare metodo.

 
A nord-ovest, alla guerra che si combatte appena fuori il perimetro della capitale si aggiunge la guerriglia all’interno. Veronika si è svegliata nel bunker dove dorme ogni notte con il marito e i suoi cinque figli. E’ uscita per fare scorte, aveva finito le sigarette per lei e il latte in polvere per il bambino più piccolo, ci ha mandato il video della scena che si è trovata di fronte: un furgone e un’automobile incendiate, un uomo carbonizzato a terra e un altro che non ha fatto in tempo a scendere dalla macchina, un pullman crivellato di colpi. “Era pieno di sabotatori russi, le milizie ucraine li hanno uccisi questa notte, si è sentita la sparatoria anche dal rifugio sotterraneo. Erano venuti qui per mettere delle bombe nel nostro complesso residenziale e portare il panico in città”.

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