Il capo della Cnn se ne va per i rancori tra maschi (e la signora si tiene il posto)

Paola Peduzzi

Jeff Zucker si è dimesso dall'emittente perché ha una relazione con una collega e non l'ha detto. "Non vi pare che la punizione sia ben più seria del crimine commesso?”, ha chiesto una conduttrice. E infatti, questa è la storia di un pretesto

Jeff Zucker è a capo dell’emittente americana Cnn da nove anni, ha la fama di sopravvissuto – ha superato due tumori, una operazione al cuore e altri problemi di salute, nonché l’ascesa e la caduta nel suo posto di lavoro precedente, NbcUniversal – ed è molto amato dai suoi sottoposti. Per questo è sembrato molto strano che rassegnasse le dimissioni questa settimana per aver taciuto la sua relazione con la direttrice del marketing della Cnn, Allison Gollust, violando le regole interne che pretendono che si dichiarino ufficialmente i propri amori dentro l’azienda.

 

Pareva strano soprattutto perché tutti sapevano di questa relazione, ed è difficile definire questo chiacchiericcio un pettegolezzo. Lavorano insieme da più di vent’anni, ogni volta che Zucker ha cambiato lavoro ha chiesto di portare con sé anche la sua collaboratrice più fidata, Allison Gollust appunto, le famiglie erano molto vicine al punto che sono andate ad abitare nello stesso palazzo, un piano solo a separarli, poi i loro matrimoni sono falliti quasi contemporaneamente e da quel momento a ogni appuntamento, a ogni festa, a ogni cena di gala i due si sono sempre seduti vicini. C’era una sintonia di lunga data, certo, ma per tutti erano una coppia. “Non vi pare che la punizione sia ben più seria del crimine commesso?”, ha chiesto Dana Bash, capo della politica della Cnn, ai vertici dell’emittente che hanno riunito   la redazione per spiegare l’accaduto. Loro non hanno risposto, ma ben presto si è capito che la relazione consensuale tra due colleghi era quel che sembrava: un pretesto.

 

A tirare giù Zucker sono stati due uomini, due amici. Il primo è Chris Cuomo, fratello dell’ex governatore di New York Andrew, che fu assunto alla Cnn dallo stesso Zucker e che ha ricambiato questa sua fiducia costruendo la trasmissione più seguita di tutto il palinsesto. Quando si è saputo che Chris avrebbe aiutato il fratello Andrew a difendersi dalle accuse di molestie sessuali (accuse che nel frattempo sono cadute), Zucker ha aperto un’inchiesta, ha cercato di difenderlo, ma poi è stato costretto a cedere alle pressioni e a sospenderlo  e infine licenziarlo – durante l’indagine, Zucker ha dichiarato di avere una relazione con la Gollust. È così iniziata la battaglia legale di Chris Cuomo contro la Cnn e i suoi avvocati hanno accusato l’emittente di non applicare le stesse regole a tutti e hanno citato proprio la relazione nascosta di Zucker come prova del doppio standard. Jake Tapper, storico volto della Cnn, nella famosa riunione, ha sintetizzato lo scontro così: “Zucker ha detto di non voler negoziare con i terroristi e Cuomo ci ha fatti saltare per aria. Come possiamo evitare di avere la percezione che abbia vinto il cattivo?”.

 

Il secondo uomo è Jason Kilar, ceo di WarnerMedia, il gruppo di cui fa parte la Cnn, che da quando è arrivato, nel 2020, ha un rapporto gelido con Zucker, nonostante i tentativi di mascherare in pubblico le ostilità. Kilar ha iniziato togliendo delle competenze a Zucker, ma poi lui stesso è stato tenuto all’oscuro dalla casa madre, AT&T, riguardo all’acquisizione di WarnerMedia da parte di Discovery – l’accordo è in attesa di un via libera dal ministero della Giustizia. 

 

 

Si sono fatti la guerra, i due, rischiando infine di perdere entrambi, perché al fondo di  questa battaglia c’è che la Cnn non sta andando bene. La Cnn perde ascoltatori in continuazione e deve lanciare, proprio in questi giorni, in questo vuoto di potere, il suo progetto di rilancio che parte dallo streaming con Cnn+. AT&T ha 180 miliardi di debiti e le sue azioni hanno perso due quinti del loro valore negli ultimi cinque anni. L’accordo con Doscovery potrebbe portare a 43 miliardi di dollari stimati di introiti che alleggerirebbero il peso del grande debito. Per questo AT&T aspetta trepidante il via libera del ministero, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Ma il più importante azionista di Discovery è Jack Malone, il capo di Liberty Media che è stato un gran trumpiano: i rapporti tra Malone e l’ex presidente si sono raffreddati, ma Malone ha detto in un’intervista a dicembre che la Cnn dovrebbe tornare a fare il giornalismo di una volta, intendendo il giornalismo pre Trump, senza tutte le opinioni e le ossessioni antitrumpiane: “Sarebbe una boccata d’aria”, ha detto. Durante gli anni di Trump la Cnn, come molti altri media, ha ottenuto buoni risultati anche perché lo stesso ex presidente la prendeva sempre di mira, era la regina, secondo lui, delle fake news. Scoppiata quella bolla, è rimasto il disinteresse del pubblico almeno per quel che riguarda la Cnn.

 

Nove giorni fa, Zucker è andato a presentare a Kilar, assieme alla Gollust, gli ultimi dettagli del piano dello streaming, e secondo quello che è stato raccontato in seguito l’incontro era andato bene, nonostante i cattivi rapporti tra i due manager. Il calcolo di molti dentro la Cnn era: appena si fa l’accordo con Discovery, Kilar salta e resta Zucker, che è anche un ottimo amico di David Zaslav, il manager indicato per guidare il gruppo che uscirà dalla fusione di Discovery e di WarnerMedia. Ora invece Zucker non c’è più, del destino di Kilar non si sa nulla, ma intanto ha nominato la nuova catena di comando ed è stato lui ad affrontare – si fa per dire: non ha risposto a nulla – la redazione in subbuglio dopo l’uscita di Zucker. Se fossero i conduttori e i giornalisti a dover scegliere, non ci sarebbe gara: Kilar è arrivato all’inizio della pandemia, ha frequentato molto poco gli uffici della Cnn, mentre Zucker ha costruito le carriere di molti di quelli che oggi accusano il management di aver usato un pretesto per liberarsi del capo.

In questo subbuglio, brilla il silenzio di Allison Gollust, quarantanove anni, considerata “una cosa sola” con Zucker, come ha scritto l’ex conduttrice Katie Couric nel suo memoir, “Going There”. Il posto della Gollust non è al momento in discussione.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi