Facebook perde utenti. Per risollevare Meta, Zuckerberg rincorre TikTok

Pietro Minto

Dopo i dati della trimestrale, il titolo è crollato del 20 per cento. Intanto il metaverso è ancora lontano di parecchi anni 

A distanza di tre mesi dal varo di Meta, nuovo nome della corazzata Facebook, è arrivato il primo report trimestrale sullo stato del gigante dei social network. Pubblicato ieri, il documento ha causato un crollo in borsa del titolo Meta di circa il 20 per cento, bruciando 200 miliardi di dollari in valore di mercato. Il report, molto semplicemente, ha confermato i timori e le voci di corridoio che inseguono la creatura di Mark Zuckerberg da ormai anni, concretizzatesi in un inedito declino degli utenti attivi e una deludente crescita della pubblicità.

Cominciamo dagli utenti quotidiani, passati da quota 1,93 miliardi a 1,929 miliardi di unità. Le slide presentate dall’azienda hanno cercato di nascondere il buco mettendo insieme i dati relativi a tutte le sue proprietà (“la famiglia di app”). E’ quindi isolando la sola Facebook che è possibile osservare il baratro: un milione di utenti persi in un solo trimestre, l’ultimo del 2021. Non era mai successo che Facebook non aggiungesse utenti nuovi di trimestre in trimestre: Facebook cresce, è sempre cresciuta, e pure tanto, in modo implacabile e prolungato. Anche quando, negli ultimi anni, il social sembrava convincere sempre meno gli utenti più giovani – la Generazione Z –  a perdeva la presa sugli altri, ci pensava Instagram ad accoglierli, tappando la falla. Alla fine era sempre il gruppo a vincere.

 

La pandemia ha cambiato anche questo equilibrio, favorendo l’ascesa strepitosa di TikTok, social network cinese di proprietà di Bytedance, amatissimo dai giovani e ormai capace di tentare un pubblico di 30-40enni, a sua volta messo in difficoltà dall’evoluzione di Instagram. In casi come questo, Facebook, di solito, che fa? Semplice, segue il metodo Zuckerberg, che consiste nel – non esiste modo più gentile di dirlo – copiare il prodotto di cui teme la concorrenza. Nel 2016 Facebook lo fece con Snapchat, dimenticato social giovanile a cui si deve l’invenzione del formato Stories; nel  2020 fu Instagram a farlo presentando i Reels, un formato che somiglia sospettosamente a TikTok (e che viene regolarmente usato per ricaricare video apparsi su TikTok su Instagram). Non deve quindi stupire se il il Ceo Mark Zuckerberg stesso ha scelto di concentrarsi sui Reels per commentare i dati, notando che il formato è il prodotto dalla “crescita più veloce” di tutta Meta. Ergo, la nuova speranza del gigante di Menlo Park. 

 

A proposito di Meta, però, che ne è del metaverso? Il rebranding di Facebook passava proprio per la scommessa sul futuro di tutto il web, che si sarebbe fatto spaziale, virtuale, abitabile. Una scommessa su cui Zuckerberg ha puntato tutto, a cominciare dal nome, con l’obiettivo di trasferire la propria egemonia nei social nella next big thing. Ma il metaverso, anche qualora si verificasse come da visione del fondatore, è ancora lontano di parecchi anni – un decennio, secondo alcuni – e ha bisogno di investimenti continui e massicci. Nel frattempo, la realtà è piuttosto grama: Meta non può investire in startup e prodotti in ascesa perché è sotto il torchio dell’antitrust da entrambe le sponde dell’Atlantico. E soffre le mosse di Apple in fatto di privacy, che hanno reso più difficile il tracciamento degli utenti iPhone mentre usano le varie app, riducendo la possibilità di Facebook di servire pubblicità personalizzate (e remunerative).

 

Infine, ci sono proprio i Reels: se l’unica speranza che rimane a Meta è una brutta copia del loro principale competitor, c’è di che preoccuparsi. Forse il metaverso serviva proprio a questo: a sognare un mondo diverso, colorato e magico in cui Facebook cresce ancora.