Editoriali

Obama elogia il bla bla bla sul clima

Pazienza e pragmatismo. Perché l'approccio graduale è quello giusto

Redazione

Barack Obama è intervenuto alla Cop26 di Glasgow con una citazione-boomerang. L’ex presidente ha infatti elogiato la pazienza ricordando l’"Otello" di Shakespeare: “Quanto poveri sono coloro che non hanno pazienza! Quale ferita si è mai guarita se non per gradi?”. Il che non è precisamente ciò che gli attivisti climatici si aspettano – “Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Usa hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa”, ha scritto Vanessa Nakate postando un video di 12 anni fa in cui l’allora presidente interveniva alla Cop15 – ma soprattutto ha alimentato il blabla. Infatti Obama, dopo essersi presentato “come privato cittadino senza abito di gala e senza musica” (ma va?), nonché in quanto hawaiiano come “island kid”, cioè a rischio di finire sott’acqua come il governo delle Maldive, ha ritualmente ricordato che “il tempo sta scadendo: abbiamo fatto significativi progressi dall’accordo di Parigi ma dobbiamo fare di più”, ha aggiunto come il cambiamento climatico sia una fonte di “vera ansia e vero pericolo” per i giovani, “una questione personale”.

Osservato che “due anni fa Greta Thunberg ha ispirato migliaia di giovani, e ora il mondo è pieno di Grete”, ha però poi virato sull’elogio della gradualità. Ovvio, certo: “Le proteste sono necessarie ma per costruire le coalizioni necessarie dobbiamo persuadere quelli che non sono d'accordo o che sono indifferenti. Voglio che rimaniate arrabbiati, ma canalizzate questa rabbia, spingete sempre di più: questa è una maratona, non uno sprint”: un perfetto politically correct, anzi new normal. Ma dall’ovvietà alla banalità e quindi al blabla il passo è breve, e questo il leader dello “yes we can” non poteva ignorarlo. Citare l’"Otello" è un azzardo: Shakespeare è a rischio di cancel culture, lui poi era un “moro” al servizio di Venezia (insomma una sorta di Colin Powell); e soprattutto travolto dalla gelosia uccide Desdemona. Alla faccia della pazienza.