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il ritratto

È morto Colin Powell, l'ex segretario di stato americano

L'annuncio della sua famiglia su Facebook: "È scomparso questa mattina a causa di complicazioni da Covid 19. Era completamente vaccinato"

Daniele Raineri

Cresciuto nel Bronx, ha fatto carriera militare salendo di gradino in gradino per trentacinque anni. L'immagine che resterà per sempre è quella della sessione del Consiglio di sicurezza Onu: agitando una fialetta per simboleggiare le armi batteriologiche, ha spiegato che la guerra in Iraq è inevitabile 

L’immagine di Colin Powell che resterà per sempre è quella della sessione del Consiglio di sicurezza alle Nazioni Unite del 5 febbraio 2003, mentre cerca di spiegare a nome dell’Amministrazione Bush che la guerra in Iraq è inevitabile perché il dittatore Saddam Hussein è troppo pericoloso per essere lasciato al suo posto nel mondo post 11 settembre. A un certo punto, il colpo di teatro che tutti ricordano: Powell, che allora era segretario di stato, alza una fialetta e la agita a simboleggiare le armi batteriologiche – e le capacità dell’Iraq di produrle in quantità enormi. 

 

Powell era stato scelto per quel discorso perché aveva una credibilità enorme. Primo capo di stato maggiore afroamericano (il grado più alto della Difesa), primo segretario di stato afroamericano, era stato cresciuto nel Bronx da genitori immigrati giamaicani e aveva fatto carriera militare salendo di gradino in gradino per trentacinque anni. Aveva combattuto in Vietnam come consigliere per le truppe sudvietnamite, era finito in una trappola viet cong – i cosiddetti punji stick, bambù affilati e coperti di escrementi per infettare le ferite di chi ci capitava sopra ed era successo così anche a Powell: l’infezione a un piede gli rese difficile camminare per il resto della vita. Sopravvisse alla caduta dell'elicottero militare sul quale viaggiava, si districò dal rottame e poi fece lo stesso con tre compagni salvando loro la vita. Fu testimone da un posto privilegiato della trasformazione delle forze armate americane, dal Vietnam all’invasione di Grenada fino alla prima guerra del Golfo. Sviluppò un’avversione per la guerra, elaborò la cosiddetta dottrina Powell: gli Stati Uniti dovrebbero entrare in guerra soltanto come risposta a una minaccia diretta contro la sicurezza nazionale e soltanto con il consenso della maggior parte della popolazione (in pratica: l’opposto del Vietnam). Nel 2008 voto per Barack Obama, che prometteva di concludere le guerre cominciate da Bush in Iraq e in Afghanistan dopo l’11 settembre.

 

L’anno scorso Powell ha dichiarato che avrebbe votato per Joe Biden “perché Donald Trump è pericoloso”, disse. Lui e tutta la vecchia guardia dei tempi di Bush considerano Trump una degenerazione deforme del Partito repubblicano e Trump ricambia l’ostilità. 

 

Powell è morto per complicazioni legate al Covid a 84 anni. I familiari ne hanno dato l’annuncio su Facebook e hanno spiegato che aveva completato il ciclo vaccinale. Informazione importante: aveva il mieloma multiplo, una malattia grave del sangue. C’è da essere sicuri che gli anti vaccinisti sfrutteranno il dettaglio sul ciclo vaccinale per fare propaganda contro il vaccino e di nuovo a Powell toccherà in sorte – anche da morto – una crisi di credibilità in pubblico.

 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)