Greta Thunberg (LaPresse)

Editoriali

Denunciare i veri bla bla bla climatici

Redazione

I dati sulla CO2 mostrano una verità: il mercato è un alleato del clima

Chi è più responsabile dell’inquinamento mondiale? Una risposta basata sui dati smonta alcune narrazioni correnti, da quella di chi addita tutte le colpe a Cina, India e Russia – che responsabilità ne hanno, ma meno di quanto appaia – al “bla bla bla” by Greta Thunberg che ha invece per bersagli i leader e le multinazionali dell’occidente. In base alle statistiche Onu, l’inquinamento prodotto nel 2019 per il 27 per cento dipende dalla Cina con 10,1 tonnellate di CO2, l’11 per cento dagli Usa, il 6,6 dall’India, il 6,4 dalla Ue post Brexit, il 3,1 dalla Russia. Dunque l’occidente punta l’indice su Pechino, Nuova Delhi e Mosca. Ma guardando alle responsabilità storiche, dalla rivoluzione industriale di metà 1700, e i cui effetti ambientali si protraggono fino a oggi, colpe e accuse si invertono: il 25 per cento delle emissioni nocive sono degli Usa, il 22 dell’Europa, il 13,6 della Cina, il 3,2 dell’India. C’è però un’evidenza particolare che riguarda l’Unione europea. 

 

Cambiamenti climatici, perché il mercato è un alleato e non un nemico del clima

Benché la rivoluzione industriale sia nata in Inghilterra, in oltre due secoli e mezzo l’Europa ha ridotto le emissioni di dieci volte mentre il trend virtuoso si sta accentuando con l’introduzione dell’euro nel 2002 e con i trattati politici ed economici che via via implementano l’esistenza della Ue: le emissioni di questa parte del mondo erano il 14,7 per cento del totale nel 2004, oggi sono meno della metà. Nello stesso periodo anche gli Stati Uniti hanno dimezzato il contributo all’inquinamento. Che cosa significa tutto ciò? Che nonostante il mood delle proteste l’economia libera e di mercato, se opportunamente regolata, si muove nella giusta direzione; non alla velocità desiderata, ma si muove. E questo grazie alla maggiore sensibilizzazione, alla libera informazione, all’innovazione tecnologica, alla buona concorrenza (le acciaierie cinesi vanno in gran parte a carbone), a quelli che spesso definiamo burocrati. Greta può protestare a New York, a Roma, a Glasgow, ma dovrebbe alzare la voce in Cina e in India. Non può farlo, vero; ma ci proverà?

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