(foto EPA)

in germania

Bärbel Bal guiderà il Bundestag. Il governo tedesco è tutto rosso

Daniel Mosseri

Per la prima volta (sotto lo sguardo di Merkel) si è riunito il parlamento federale tedesco, che ha eletto la socialdemocratica alla presidenza d'aula. Se i piani vanno come devono andare sarà dell'Spd anche il prossimo cancelliere

Berlino. Oggi si è riunito per la prima volta il Bundestag tedesco uscito dal voto dello scorso 26 settembre e ha eletto la socialdemocratica (Spd) Bärbel Bas alla presidenza dell’aula con 576 voti su su 724 voti validi. Bas, 53 anni, diventa così la seconda carica dello stato. Più importante di lei c’è soltanto il compagno di partito, il presidente federale Frank-Walter Steinmeier. Se i piani di socialdemocratici, Verdi e Liberali impegnati a formare il governo “semaforo” andranno, come pare, a buon fine, socialdemocratica sarà anche la terza carica dello stato, nella persona del cancelliere (oggi ancora in pectore) Olaf Scholz. La quarta invece non sarà della Spd ma un passo più a sinistra. Dal 1 novembre presidente designato del Bundesrat, il Consiglio federale dei 16 Länder, è il presidente della Turingia Bodo Ramelow che negli anni Novanta lasciò il mondo del sindacato in area Spd per far carriera fra i socialcomunisti della Linke diventando poi il primo “governatore” tedesco espresso dal partito erede della Ddr. In caso di “vacanza” del capo dello stato, il presidente del Bundesrat assume temporaneamente le sue funzioni. Berlino, insomma, è tutta rossa ma nessuno ci ha fatto caso. Né il capogruppo della Cdu, Ralph Brinkhaus, che durante le due ore della “chiama” è andato in televisione a promettere che, se opposizione sarà, il suo partito giocherà un ruolo costruttivo, né il leader dei Liberali, Christian Lindner, più impegnato a spiegare perché i suoi deputati non dovrebbero sedere accanto ai sovranisti dell’AfD, privilegio che Lindner cederebbe volentieri alla Cdu, ma trovare posto proprio accanto ai Verdi e alla Spd con i quali formare il nuovo governo.  

 

Angela Merkel osserva la prima seduta del nuovo Bundestag (foto EPA)

A fare la differenza, semmai, è la questione di genere. In pole position per lo scranno più alto del Bundestag c’era infatti il neocapogruppo dei socialdemocratici Rolf Mützerich, che è stato però “scartato” dalla Spd alla quale sembrava poco appropriato farsi rappresentare anche al Bundestag da un uomo. Controcorrente, e sottolineata dai media, la scelta dei Liberali di candidare alla vicepresidenza del Bundestag, un uomo, Jürgen Trittin, anziché una donna come fatto dagli altri gruppi parlamentari, a ciascuno dei quali spetta per tradizione il diritto di indicare il nome di un numero due dell’aula. Non sarà così invece per l’AfD: nessuno dei partiti presenti al Bundestag ha intenzione di votare per alcuno dei candidati della formazione di ultradestra. Già nella legislatura passata, l’aula ha bocciato sei diversi nomi espressi dall’AfD. Di più: nel 2016 il Bundestag decise che la presidenza della seduta inaugurale non sarebbe più stata assegnata al deputato più anziano secondo l’uso in voga in Germania dal 1848 (l’onore sarebbe spettato già dal 2017 all’AfD Alexander Gauland) ma a quello con maggiore anzianità di servizio (ossia al cristianodemocratico Wolfgang Schäuble). Un trucco che il sovranista Bernd Baumann ha denunciato dando dei “nazisti” agli onorevoli colleghi per i quali ha risposto il socialdemocratico Carsten, dando a Baumann di “impertinente”. 

La seduta inaugurale del più affollato Bundestag tedesco (736 deputati) si è aperta così, sotto lo sguardo di Steinmeier e della cancelliera Angela Merkel per la prima volta seduta nella tribuna riservata agli ospiti. Schäuble, nel suo doppio ruolo di presidente anziano e di presidente dell’aula nella legislatura passata, ha sollecitato una riforma della legge elettorale per riportare il Bundestag alla sua dimensione originariamente prevista (598 membri). Un tema al quale si è subito ricollegata anche la neoletta Bas. Originaria di Duisburg, cinque fra fratelli e sorelle, al Bundestag dal 2009, Bas ha attribuito un “valore storico” alla propria elezione: “Fa bene al nostro paese vedere una donna al cuore della nostra democrazia. Sono la terza donna (a presiedere la Camera) dal 1949 e non è un buon segno”. Votata dall’80 per cento dei parlamentari, Bas ha rivolto una richiesta a tutti i colleghi: “Vi chiedo di esprimervi in modo chiaro e comprensibile senza nascondervi dietro al gergo degli esperti”.

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