Colpo alla democrazia

David Amess è stato ucciso mentre parlava con i suoi elettori

Paola Peduzzi

Arrestato un venticinquenne, secondo fonti di stampa di origini somale e nazionalità britannica

Il deputato inglese David Amess stava parlando con gli elettori della sua circoscrizione dentro una chiesa metodista di Leigh-on-Sea, nell’Essex, quando un uomo si è avvicinato e lo ha accoltellato più volte, uccidendolo quasi sul colpo. E’ stato  arrestato un venticinquenne. La polizia dell’Essex ha detto, dopo molte ore di silenzio, che l’inchiesta è in collaborazione con l’antiterrorismo: poiché gli appuntamenti dei deputati sono pubblici, probabilmente l’attentatore aveva pianificato l’uccisione. Secondo  fonti di stampa è di origini somale e   l’omicidio potrebbe essere  di matrice islamica. Altre dicono che la nazionalità è britannica. 
 
Sessantanove anni, cattolico, pro life, animalista, una moglie, quattro figlie femmine e un maschio, ai Comuni dal 1983, David Amess era un veterano del Partito conservatore. Battagliero, gentile e felice,  hanno spesso detto di lui e ancor più ieri, nel lutto attonito che ha colto il Regno Unito. Per buona parte del pomeriggio di ieri il ricordo è corso all’assassinio di Jo Cox, deputata quarantenne accoltellata da un nazionalista nel 2016 mentre stava entrando a un incontro con i propri elettori – la stessa scena di Leigh-on-Sea, delizioso ex villaggio di pescatori a nord della foce del Tamigi.

 

Due deputati uccisi in mezzo ai propri cittadini nel giro di cinque anni è un primato che spaventa e fa interrogare tutto il Regno. Quando era stata uccisa la Cox, molti avevano chiesto di aumentare la sicurezza dei parlamentari, che per tradizione passano molto tempo in mezzo alle persone delle loro circoscrizioni. Alcuni volevano anche limitare questi incontri, ma Amess era tra quelli che dicevano che non bisognava farsi intimorire, i politici devono stare in mezzo agli elettori, parlare con loro, ascoltarli soprattutto, altrimenti il loro servizio perde di senso. Le ultime immagini di Amess, quindici minuti prima dell’attentato, lo ritraggono che saluta e sorride, in mezzo alla sua gente (viene rieletto qui dal 1997).


Il cordoglio è stato unanime, fra i tanti messaggi arrivati ne scegliamo due. L’ex premier Theresa May che dice: “Un giorno tragico per la nostra democrazia”; l’arcivescovo di Canterbury, che dice: “L’omicidio di un parlamentare mentre si prende cura dei cittadini della sua circoscrizione è un colpo profondo a questo paese, ai suoi cittadini e a chiunque aspiri a una democrazia pacifica e rigogliosa”. La notizia delle possibili origini somale dell’assassino e della possibile matrice islamica arrivata a sera ha cambiato il tono dei commenti: se fino alle dichiarazioni della polizia si discuteva della povertà del dibattito pubblico nel Regno, poi si è ricominciato a parlare della minaccia terroristica, dell’immigrazione non controllata, dell’eventuale fallimento delle forze dell’intelligence e dei valori occidentali che sono sempre sotto attacco, anche se ci pensiamo più chiusi e al sicuro.

Ora si indagano la pista islamista e gli eventuali strumenti della radicalizzazione di un venticinquenne musulmano in territorio inglese.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi