elezioni a praga

In Repubblica ceca ha (quasi) rivinto Babis

Micol Flammini

Il partito del premier uscente non ha la maggioranza e viene superato dalla coalizione di centrodestra Spolu. I comunisti per la prima volta non superano la soglia di sbarramento e sono fuori dal Parlamento

Dopo il voto iniziato venerdì e che si è concluso sabato, il partito del primo ministro uscente, Andrej Babis, è stato inaspettatamente superato da Spolu. Ano, che vuol dire “sì” in ceco ma che è anche acronimo di Alleanza dei cittadini insoddisfatti, fondato dal premier nel 2011, già in campagna elettorale ha ricevuto il rifiuto da parte dei vecchi alleati, per formare un governo. La coalizione Spolu (Insieme), composta da tre partiti di centro destra, ha superato di poco il partito del premier. Al terzo posto è arrivato il Partito dei pirati, che per queste elezioni ha adottato una campagna molto diversa rispetto a quella di quattro anni fa, assieme a Stan, Sindaci e indipendenti. I comunisti di Kscm per la prima volta non sono entrati in Parlamento. Per gli analisti è ad Ano che sono andati i voti del Partito comunista ceco. 

I Pirati hanno ottenuto voti soprattutto nella capitale Praga – amministrata già da un sindaco dello stesso partito, Hrib Zdenek – in cui lo spoglio prosegue ancora. 

Se i risultati venissero confermati, il Parlamento, che conta duecento deputati, si troverebbe diviso in due possibili coalizioni. L’unico che non ha rifiutato l'eventualità di allearsi con Babis è stato l’Spd, il partito di estrema destra Libertà e democrazia diretta di Tomio Okamura, che ha ottenuto circa il 20 per cento, una percentuale comunque non sufficiente a ottenere la maggioranza. 

La pubblicazione dell’inchiesta Pandora Papers, in cui era comparso anche il nome di Babis, non sembra aver influito molto sul risultato delle elezioni. Il premier, il cui patrimonio ammonta a 2,7 miliardi di euro, è finito spesso al centro di scandali e di guai giudiziari, La vera sorpresa è stata il sorpasso di Spolu. Babis tuttavia può contare su una risorsa: il presidente Milos Zeman.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.