Un poliziotto cammina vicino a un poster attaccato dai manifestanti a un cancello dell'ambasciata russa a Praga, Repubblica Ceca, venerdì 16 aprile 2021 (LaPresse) 

editoriali

Repubblica ceca contro Golia

Redazione

Praga espelle 60 diplomatici russi e dà a Putin una dimostrazione esemplare

Giovedì la Repubblica ceca ha ordinato l’espulsione di sessanta diplomatici russi. La scorsa settimana ha scoperto che dietro al sabotaggio di un deposito di munizioni destinate all’Ucraina c’è l’intelligence militare russa, lo stesso Gru che sarebbe dietro ad altre azioni aggressive in Europa. Dice Praga che le prove che collegano all’esplosione del deposito, durante la quale morirono anche due cittadini cechi, uomini dei servizi russi aumentano e per questo ha deciso di tagliare di molto il numero di funzionari presso l’ambasciata di Mosca. Anche la Slovacchia, la Lituania e la Lettonia per dimostrare solidarietà alla Repubblica ceca hanno deciso di espellere diplomatici russi dando un segnale importante al Cremlino.

 

Il governo di Andrej Babis ha ordinato la più numerosa espulsione di funzionari russi mai avvenuta prima in un singolo paese, soltanto Ronald Reagan nel 1986 aveva espulso più emissari, erano ottanta. Questo taglio del personale per Mosca è un danno che limita di molto le sue operazioni di intelligence. La Repubblica ceca ha un rapporto tormentato con la Russia, che  si vede bene anche nelle divisioni della politica interna. Il presidente Milos Zeman è filorusso, ma non la pensa così il primo ministro.

 

Qualche settimana fa Zeman aveva fatto pressione per far licenziare due ministri che erano contrari all’importazione del vaccino russo Sputnik V senza l’autorizzazione dell’Ema. Babis lo ha appoggiato soltanto per motivi elettorali, ha bisogno del sostegno di Zeman, ma le dosi da Mosca non sono comunque arrivate.  

 

La Repubblica ceca si sta intestando una battaglia importante e il compito di mostrare  alla Russia che non è sempre lei, al contrario di come  detto  da Putin nel suo discorso alla nazione, a decidere dove si colloca la linea rossa. La piccola Praga sta dimostrando che non tutto può restare impunito, che  sono necessarie delle azioni complesse, difficili, rischiose, ma esemplari. Anche contro un avversario enorme, come la Russia. 
 

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