Putin non scherza più con le linee rosse dell'America

Daniele Raineri

Dopo il summit di un mese fa, Biden riesce a farsi rispettare dalla Russia su due dossier

Un mese fa il presidente americano Joe Biden e quello russo Vladimir Putin si sono incontrati a Ginevra per negoziare su alcuni argomenti importanti in un clima di diffidenza reciproca. Biden ha annunciato che fra sei mesi – quindi un tempo molto breve – valuterà se Putin ha mantenuto gli accordi e se ha rispettato le linee rosse fissate dall’Amministrazione americana e per questo vale la pena seguire che cosa succede. Nel primo mese ci sono state grosse novità su due temi in particolare.

 

I due dossier

Il primo sono le aggressioni informatiche che causano danni enormi all’economia americana e a quella mondiale. La Russia è accusata di non intervenire con forza sufficiente contro la rete di hacker russi che attacca e ricatta le aziende (ransomware: blocco i computer di un’azienda con tutto quello che contengono e chiedo denaro non rintracciabile per sbloccarli) e anzi di compiere aggressioni di stato grazie a gruppi di specialisti che lavorano per l’intelligence – vedi il caso più famoso: il furto di tutte le mail del Partito democratico americano nel marzo 2016. Il secondo dossier è quello dei valichi e degli aiuti internazionali in Siria.

 

La Siria 

Partiamo da questo. La Russia voleva bloccare una risoluzione delle Nazioni Unite che permette il passaggio degli aiuti dalla Turchia e dall’Iraq. In pratica vuol dire che tutti gli aiuti internazionali ai sette milioni di siriani sfollati sarebbero dovuti arrivare prima al regime di Damasco che poi li avrebbe distribuiti a suo piacimento. Era chiaro che questo collo di bottiglia avrebbe condannato milioni di sfollati che abitano nelle regioni al di fuori del controllo del regime alla fame e avrebbe dato un potere enorme al presidente siriano Bashar el Assad (che poteva decidere a chi, quando e in cambio di cosa consegnare gli aiuti). Biden aveva chiesto in modo specifico a Putin di cambiare posizione e venerdì 9 luglio alle Nazioni Unite la Russia non ha bloccato la risoluzione, che quindi assicura un altro anno di aiuti internazionali agli sfollati. Il fatto è interessante: si vede che l’Amministrazione Biden ha un po’ di presa sulla Russia. 

  

Gli attacchi informatici

Torniamo al primo dossier. Il 9 luglio, lo stesso giorno della vittoria discreta sulla Siria, Biden ha parlato al telefono per un’ora con Putin e ha detto che si aspetta collaborazione dai russi quando ricevono informazioni dagli americani. E’ uno schema nuovo di collaborazione: gli americani hanno le informazioni sui ricattatori che usano il ransomware contro le aziende, le passano alla Russia e si aspettano interventi duri. Biden ha anche annunciato che ora c’è una linea di comunicazione diretta fra Washington e Mosca, per parlarsi più in fretta quando e se succede qualcosa – ricorda il telefono rosso, creato durante la Guerra fredda per facilitare le comunicazioni e scongiurare guerre nucleari. Biden ha anche detto che il 16 luglio quindi un mese esatto dopo il vertice di Ginevra, ci sarà un incontro fra russi e americani per fare il punto della situazione. Potrebbe essere una novità rispetto alle solite minacce americane di lanciare rappresaglie durissime contro la Russia in caso di aggressioni informatiche, già fatte da Biden il 16 giugno e due volte a dicembre 2020 e da Barack Obama nel dicembre 2016 – senza però ottenere effetto. 
 

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)