EPA/STEPHANIE LECOCQ

L'Unione europea batte AstraZeneca in tribunale

David Carretta

La corte di Bruxelles riconosce la "colpa grave" della società anglo-svedese nel mancato rispetto degli obblighi contrattuali sui ritardi nelle forniture di vaccino

Il Tribunale di Bruxelles oggi ha smontato tutte le argomentazioni di AstraZeneca nella causa che è stata intentata dalla Commissione europea sui ritardi nelle forniture di vaccino, riconoscendo che la società di Pascal ha commesso una “colpa grave” non rispettando i suoi obblighi contrattuali. In una sentenza di 67 pagine, la giudice Delphine Grisard non solo ha considerato come ammissibile e urgente il ricorso e la richiesta di misure cautelari, ma ha anche dato ragione alla Commissione sui due elementi principali che AstraZeneca aveva usato per costruire la narrazione volta a scaricare tutte le responsabilità sull'Ue. Secondo il Tribunale di Bruxelles, la società non ha rispettato la clausola del “best effort” (il migliore sforzo possibile, ndr) prevista dal contratto e dovrebbe utilizzare i suoi impianti di produzione britannici per rifornire l'Ue. E' tutto il contrario di quanto sostenuto da Pascal Soriot da fine gennaio con la sua intervista a Repubblica. La decisione del Tribunale di Bruxelles smentisce anche le critiche rivolte alla Commissione su come ha negoziato i contratti con le società farmaceutiche. La sentenza “è un chiaro riconoscimento che i nostri accordi di acquisto anticipato hanno solide basi legali”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Ma AstraZeneca non demorde. Pubblicando un comunicato subito dopo la pubblicazione della sentenza per rivendicare vittoria perché non tutte le richieste della Commissione sono state accettate, la società farmaceutica è riuscita a fare l'ennesimo colpo di comunicazione alimentando sulla stampa britannica il mito della sconfitta dell'Ue.

 

La Commissione non ha ottenuto tutto quello che aveva chiesto. Il Tribunale di Bruxelles ha ordinato ad AstraZeneca di consegnare agli stati membri 50 milioni di dosi entro la fine di settembre, oltre ai 30,2 milioni che aveva già rifornito nel primo trimestre del 2021. Nel suo comunicato, la società ha annunciato che le forniture supereranno gli 80,2 milioni di dosi già a fine giugno e che vuole riprendere la collaborazione con l'Ue. Le altre richieste della Commissione erano particolarmente dure: di fatto il sequestro degli stabilimenti nel Regno Unito per riservarne tutta la produzione all'Ue. Eppure il dispositivo della sentenza della Commissione è chiaro sugli obblighi contrattuali della Commissione. AstraZeneca non ha fatto un “best effort” per rifornire l'Ue. La società avrebbe dovuto usare gli stabilimenti nel Regno Unito, che erano inseriti anche nel contratto con la Commissione. Poco importa se il governo di Boris Johnson aveva firmato un'esclusiva con Oxford ereditata da AstraZeneca, perché il contratto con l'Ue escludeva esplicitamente obblighi con altri che impedivano la fornitura. L'accordo di acquisto anticipato con la Commissione "impedisce ad AstraZeneca (...) di far valere un contratto di fornitura prioritario concluso, in tutta opacità, con un terzo per giustificare la mancata esecuzione" dei suoi obblighi verso l'Ue, dice la sentenza.

 

In diversi passaggi, il Tribunale di Bruxelles critica AstraZeneca per la mancanza di trasparenza e le informazioni frammentarie fornite. Il contratto, compresa la clausola di esenzione di responsabilità, "non protegge AstraZeneca contro la sua colpa grave", si legge nella sentenza. I ritardi hanno provocato danni all'Ue e si spiegano "con il fatto che AstraZeneca ha fatto la scelta di monopolizzare il sito di fabbricazione Oxford Biomedica a profitto di un terzo (il Regno Unito, ndr), disconoscendo i suoi obblighi contrattuali. Così facendo, AstraZeneca ha in apparenza commesso una colpa grave". E' questa la frase chiave per stabilire chi ha vinto o perso davanti a un Tribunale. Del resto la giudice Delphine Grisard ha criticato l'Ue perché è stata troppo conciliante con AstraZeneca. "L'Ue avrebbe potuto mostrarsi più critica di fronte alle informazioni ricevute e avrebbe potuto sottoporci la problematica dei ritardi di consegna prima", ha scritto la giudice. Per sapere chi ha vinto e perso basta guardare a come il Tribunale ha ripartito le spese processuali: 70 per cento ad AstraZeneca, 30 per cento alla Commissione.

 

Di più su questi argomenti: