(foto EPA)

editoriali

Sorpresa: la Germania è spendacciona

Redazione

I tedeschi risparmio meno e i consumi salgono. Buone notizie per l’Italia

Più 7,7 per cento a marzo di quest’anno, rispetto a febbraio, è l’aumento mensile di acquisti al dettaglio fatto segnare dai tedeschi. Si tratta in termini nominali (euro spesi) di un incremento del 12,3 per cento, il record da quando esistono le serie storiche rilevate dall’istituto federale di statistica Destatis; in termini reali, inflazione compresa, è l’11, rispetto ad attese di un calo dello 0,3. La performance è stata propiziata l’8 marzo dalla fine del divieto di metter piede in negozio, a sua volta frutto del calo dei contagi sotto i cento per 100 mila abitanti, pur con l’obbligo di prenotazione. In precedenza c’era il “click and collect”, ordine online e pagamento alla soglia, una sorta di asporto non limitato all’alimentare.

Al di là delle statistiche, influenzate dalla voglia di normalità e che dovrebbero subire un’ulteriore accelerazione dalla fine delle restrizioni (coprifuoco compreso) annunciata da Angela Merkel dal prossimo weekend per chi ha la doppia vaccinazione, si tratta di capire se sta mutando la propensione dei tedeschi al consumo, tradizionalmente più bassa che altrove a favore del risparmio e dello stile di vita frugale. Lo scorso anno, dopo il primo lockdown, il governo aveva tentato di rilanciare i consumi attraverso un taglio dell’Iva, ma il paese ha concluso l’anno con un ribasso del pil del 5 per cento e il ritorno al deficit federale. I consumi però erano in effetti ripartiti recuperando l’85 per cento del livello pre Covid, rispetto all’80 della Francia, al 75 della Spagna e al 50 dell’Italia, peggior dato europeo. Incoraggiati dal governo, che su questo ha il sostegno anche dei Verdi, i tedeschi sembrano diventare meno risparmiosi, nonostante la cattive notizie sul fronte della produzione industriale e della crescita (il 3 per cento stimato quest’anno, la ripresa più bassa tra i maggiori paesi d’Europa). Nell’attesa di vedere se è solo una liberazione o una rivoluzione, si tratta intanto di una buona notizia anche per l’Italia che in Germania esporta per 130 miliardi. E potrebbe essere un incoraggiamento per tutta l’Europa.

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