AstraZeneca Gold

Daniele Raineri

I test americani dicono che il vaccino anglo-svedese è meglio di quel che credevamo e funziona anche per i più anziani. Smetteremo di usare vaccini diversi a seconda dell'età? Putin prova a interferire con il vaccino Sputnik V 

Una settimana dopo il blocco temporaneo del vaccino AstraZeneca in Europa arrivano i risultati dei test americani e dicono: AstraZeneca è ancora più sicuro di quanto credevamo e la Food and Drug Administration americana lo approverà nelle prossime settimane. E’ una risposta indiretta anche alla dichiarazione di ieri del presidente russo Vladimir Putin che insiste perché il vaccino Sputnik sia prodotto negli impianti europei – a spese dell’Europa –  e lo fa con il solito tono da controinformazione: “I governi europei pensano agli interessi di Big Pharma e non al bene dei cittadini” (Putin farà oggi finalmente il vaccino Sputnik dopo avere tentennato per quattro mesi). Ma a questo punto non si capisce perché produrre in Europa un vaccino russo che deve ancora essere approvato dall’Ema (non si sa quando) e non il vaccino AstraZeneca che è già stato approvato e nel giro di quattro mesi ha superato entrambe le selezioni, quella europea e quella americana. Sarebbe controproducente e una perdita di tempo in un periodo nel quale è proprio il tempo a contare moltissimo. 

 

L’America non si fidava dei test fatti in Europa e in Brasile per l’approvazione del vaccino AstraZeneca e ha rifatto tutta la procedura per conto suo su trentaduemila partecipanti. Il risultato è che il vaccino evita sintomi gravi nel cento per cento dei malati di Covid-19 ed evita tutti i sintomi nel 79 per cento dei casi, secondo i test eseguiti su tutti i gruppi di età. Non ci sono stati casi di trombosi. Non ci sono controindicazioni per l’età. Anzi nel gruppo over 65 anni il vaccino ha registrato un’efficacia dell’ottanta per cento, quindi leggermente superiore alla media. Il gruppo degli over 65 formava il venti per cento dei partecipanti al test, contro il sei per cento della fase di sperimentazione inglese. I test in Europa nel 2020 inoltre erano stati parzialmente invalidati da uno sbaglio nella procedura e per questa ragione i dati dell’efficacia del vaccino (non sulla pericolosità: sull’efficacia) erano incompleti per quel che riguardava la fascia dei più anziani. I test inglesi dicevano che c’è un 62 per cento di efficacia contro i sintomi, quindi più bassa rispetto a questi nuovi test americani. 

 

Molti paesi europei, Italia inclusa, si sono basati sui primi test e hanno preferito creare un piano vaccinale che usa vaccini diversi per i più anziani e per il resto della popolazione. Adesso, se l’Italia recepisse i test americani – e i nuovi dati inglesi, perché nel Regno Unito milioni di persone sono stati vaccinati con AstraZeneca e ormai c’è una mole significativa di informazioni – potrebbe decidere di smetterla di usare un vaccino per i più anziani e un altro vaccino per i meno anziani. Potrebbe dare AstraZeneca e Pfizer e gli altri vaccini a tutti senza fare distinzioni. E’ un'ipotesi interessante perché in questi giorni gran parte del caos sulle vaccinazioni è dovuto al fatto che è in corso una doppia campagna di vaccinazione di massa, con vaccini diversi considerati sicuri per fasce d’età diverse (anche grazie a questo per esempio Andrea Scanzi, il giornalista toscano di 46 anni, è riuscito a farsi vaccinare prima del 95 per cento degli ottantenni della sua regione). 

 

Due giorni fa il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha detto che “la priorità nell’Unione europea sarà data ai vaccini prodotti sul territorio europeo. Non abbiamo bisogno dello Sputnik V” e ha detto che grazie alla produzione di vaccini in 55 impianti l’Europa potrebbe arrivare all’immunità di gregge entro il 14 luglio. “I russi hanno difficoltà a produrre lo Sputnik V e li aiuteremo nel secondo semestre”, ha aggiunto Breton. 
 


 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)