Editoriali
Il guaio polacco del Recovery
Il governo sovranista si spacca sull’approvazione. Il dilemma dell’opposizione
Quando la Polonia e l’Ungheria a novembre minacciavano di mettere il veto al budget pluriennale e al Recovery fund, fu proprio la Polonia a cedere per prima e a convincere Budapest che quei soldi servivano anche a loro e che alla fine sullo stato di diritto si sarebbe potuti arrivare a un accordo. Così è stato, il pacchetto di 750 miliardi di euro è stato approvato e sembrava tutto concluso, se non fosse che proprio in Polonia si è aperta la prima spaccatura. La maggioranza litiga sull’approvazione del Recovery, perché uno dei partiti al governo, l’ultradestra del ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro, Polonia solidale (SP), non ha intenzione di approvarlo. Per due ragioni: non vuole che la Polonia si ritrovi addosso il debito degli altri; e soprattutto perché la clausola dello stato di diritto gli sembra inaccettabile.
Ziobro è il creatore di tutte quelle riforme per le quali la Polonia è sotto osservazione. Il PiS, il patito di Jaroslaw Kaczynski e il più grande dentro alla maggioranza, però sa che quei soldi sono importanti. E la Polonia sarebbe il quinto beneficiario del piano con 58,1 miliardi di euro. Sarebbe “un vero impulso” per l’economia polacca, ha detto il premier Mateusz Morawiecki, anche lui del PiS. Ma l’impulso rischia di non partire senza i diciassette deputati di Ziobro, che non sembrano inclini a cedere. Se la Polonia dovesse votare contro, sarebbe un problema per tutta l’Ue ed è qui che si crea il grande dilemma dell’opposizione. PiS e SP litigano da tempo, il partito del premier sta cercando di coinvolgere i gruppi fuori dalla maggioranza, che sanno di avere un’arma importante contro il governo che su questo voto potrebbe spaccarsi definitivamente. Ma così si spaccherebbe anche il più grande piano di solidarietà dell’Ue. Salvare la Polonia o salvare l’Europa? Per il momento l’opposizione propende per il salvare l’Europa per salvare la Polonia. C’è chi dice che la maggioranza traballante rischia di non arrivare alla prossima estate e offrire un appoggio al PiS potrebbe essere un modo per ridimensionarlo.
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