“Non siamo in Crimea!”. Gli esuli del 1917 difendono la chiesa ortodossa di Nizza
La guerra legale del Cremlino per le proprietà religiose all’estero e uno scontro storico, politico e religioso
Se la disputa sia religiosa, politica, storica o se riguardi più che altro questioni di proprietà, è ancora da chiarire. I confini non sono ben delineati, ma i fedeli della chiesa di San Nicola e Sant’Alessandra a Nizza non vogliono che l’edificio diventi di proprietà dello stato russo e accusano il Cremlino di aver iniziato una campagna dai toni aggressivi per rivendicare le chiese costruite all’estero prima della rivoluzione. E a Nizza c’è già un precedente. Nel 2014 la Russia aveva chiesto a un tribunale francese di togliere all’Associazione culturale ortodossa russa, la Acor, la proprietà della cattedrale di San Nicola; il tribunale diede ragione a Mosca e la Acor, che per anni si era occupata della cattedrale, non vuole che la storia si ripeta ancora. Le chiese di Nizza, dopo la rivoluzione bolscevica, erano diventate il punto d'incontro di tanti emigrati che fuggiti dalla Russia non più zarista, persone che non erano d’accordo con la nuova ideologia comunista e che per anni hanno cercato di mantenere le loro tradizioni di una patria ormai scomparsa. Con la caduta dell’Unione sovietica e il progressivo interesse da parte del Cremlino, cresciuto soprattutto dall’arrivo di Vladimir Putin, nei confronti della religione e della chiesa russa, Mosca ha cominciato a reclamare la proprietà di tutti gli edifici curati per anni dalla diaspora. San Nicola e Sant’Alessandra è stata la prima chiesa ortodossa russa in Europa, prima ancora della cattedrale, che fu invece costruita proprio perché nel sud della Francia la comunità russa stava aumentando.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.