La guerra tra i giornali tedeschi e uno youtuber

Chi è Rezo, una star internet con il ciuffo blu che battibecca alla pari con le grandi testate 

Daniel Mosseri

Berlino. Ciuffo blu d'ordinanza ed eloquio pulito, lo youtuber tedesco Rezo torna alla carica sfiorando 2,9 milioni di visualizzazioni in dieci giorni con l’ultima sua opera: “La distruzione della stampa”. In Germania l’autore 27enne ha raggiunto la notorietà nel 2019 con “La distruzione della Cdu”. 55 minuti di brillante soliloquio per mettere in luce contraddizioni e limiti del partito di Angela Merkel. Oggi Rezo punta dritto sui media, colpevoli di fare il gioco di complottisti, terrapiattisti, diffusori di fake news sul coronavirus o il 5G. Entrambi i gruppi, osserva, contribuiscono allo sputtanamento della stampa per bene e fanno inabissare la credibilità dei giornalisti. E attacca i tabloid “che si inventano notizie e interviste di sana pianta”. 

 

Lunga parte del video è un elenco di errori in cui cadono tutti i giornalisti, buoni e cattivi. Per prima arriva la lesione della privacy, tema carissimo ai tedeschi. I tabloid, punta il dito lo youtuber, se ne fregano e per ottenere più click speculano sui drammi altrui. Come quando pubblicano notizie inventate su dove si troverebbe il cadavere di una ragazzina minorenne sparita tanti anni fa. “A voi piacerebbe se foste la famiglia in pena?”. Il problema non è solo di Bild, “anche Stern ha pubblicato l’immagine non pixelata della giovane vittima di un omicidio”, ma errori sono stati fatti anche da Focus e dallo Spiegel. E in un crescendo aggiunge: “Queste sono tutte cretinate rispetto al comportamento di Axel Springer” – casa editrice berlinese di orientamento conservatore che pubblica fra gli altri Welt e Bild. La piuttosto compassata Welt attirerebbe intenzionalmente l’attenzione dei lettori online con scatti di capezzoli o di lingerie rubate a vip disattente. Pericoloso poi è la diffusione di dati privati (doxing). “Perché Focus prima scrive che quel sindacalista si è fatto un sacco di nemici pericolosi e poi descrive il quartiere di Lipsia dove abita e l’esterno della sua abitazione?”. Rezo non tollera poi l’uso dei titoli a effetto, troppo numerosi anche sulla stampa seria (per lui solo quella di sinistra) che, bontà sua, lo youtuber rimanda a settembre. Scrivere “Coronavirus e Bill Gates: qual è il legame?”, osserva, serve solo a instillare dubbi nel lettore. E non si devono citare né “l’opinione pubblica” né “gli elettori” senza averli prima consultati, altrimenti si fa il gioco dei complottisti, confondendo ulteriormente i lettori.

 

Osservazioni non prive di senso, lo ha riconosciuto la stessa Faz, ma intrise di un moralismo a buon mercato sullo sfondo di una vecchia lavagna delle elementari con la lista “buoni” e “cattivi”. Da metà video Rezo si rivolge solo ai buoni, invitandoli a prendere le distanze dagli asi-giornali, dice, usando un prefisso che non significa asino ma asociale. “E fin quando non lo farete, i lettori non vi distingueranno dagli altri”. Ai giornalisti seri, Rezo consiglia di fare come lui: “Essere trasparenti, citare le fonti, almeno online. È una cosa richiesta dalla gente (sic)”. 

 

Peccato poi che in uno scivolone narcisista, Rezo dimostri che tutta la stampa, inclusa la Faz, spari un sacco di cretinate “proprio quando parla dell’argomento che conosco al meglio: me stesso”. Ed elenca migliaia di articoli sul fenomeno Rezo intrisi di errori di fatto o interpretazioni forzate. La risposta della Welt non si è fatta attendere. “Il ragionamento di Rezo è: ‘I giornali dicono che sono un cretino, ma non è vero, per cui mentono’”. Ma poiché alcune cadute di stile messe in luce dallo youtuber sono ben documentate, la Welt si è anche scusata: “È vero, a volte anche noi facciamo errori; ma almeno siamo in tanti e uno controlla l'altro: a te chi ti controlla?”.

 

La Faz ci ha messo dieci giorni a rispondere. E lo ha fatto nello stile di Rezo, affidando un video a un redattore che ha dapprima riconosciuto allo youtuber di aver segnalato qua e là qualche problema reale che affligge la stampa. Peccato, lo ha però bocciato il giornale di Francoforte, che per convincere la sua audience Rezo utilizzi esattamente gli stessi trucchi manipolatori (frasi estrapolate, ricerche parziali) che finge di mettere alla berlina. Accusandolo in sostanza essere intelligente, mistificatore e ipocrita.

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