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Verde di invidia

Redazione

Le case automobilistiche vogliono ridurre le emissioni e snobbano Trump

“I leggendari Henry Ford e Alfred Sloan, i fondatori di Ford e General Motors, si stanno rigirando nella tomba di fronte alla debolezza dei manager delle loro società che vogliono spendere di più su auto non sicure e che costano ai consumatori 3.000 dollari in più”. Così il twittatore in chief Donald Trump ha attaccato le principali case automobilistiche americane per non aver appoggiato il piano della sua Amministrazione, che allentava le norme federali sulle emissioni, e avere preferito di adeguarsi agli standard della California che sono più green friendly. Ford è una delle quattro case automobilistiche che hanno raggiunto un accordo volontario con la California sulle emissioni, sfidando Trump e i suoi sforzi per fissare degli standard di che non aiutano a combattere i cambiamenti climatici ma che, nella sua visione, aiuterebbero i produttori.

 

 

La Casa Bianca ha esortato altre case automobilistiche a non sostenere l’accordo con la California, mentre i democratici hanno chiesto invece il contrario. Ford ha detto di agire per proteggere l’ambiente e allo stesso tempo l’accessibilità economica dei veicoli. “Questo accordo con la California offre stabilità normativa riducendo al contempo la CO2”, ha scritto la casa automobilistica. E’ una ulteriore riprova della svolta etica delle grandi corporation americane dopo che, lunedì, la principale associazione che riunisce i big di Wall Street, la Business Roundtable, ha dichiarato che le aziende esistono per “dare beneficio a tutte le parti interessate – clienti, dipendenti, fornitori, comunità e azionisti”. Avere messo gli azionisti all’ultimo posto ribalta il paradigma del primato degli shareholder e mette in primo piano la volontà delle aziende di rivolgersi alla comunità intera di cittadini intera, promettendo comportamenti eticamente responsabili. Essere percepiti come “etici” e comportarsi di conseguenza è diventata una linea strategica per gli imprenditori: i profitti, in fondo, li determinano i consumatori.

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