Franziska Becker

Satira e islam: c'è un nuovo caso Charlie Hebdo in salsa tedesca

Mauro Zanon

La disegnatrice Franziska Becker pubblica caricature giudicate razziste e discriminatorie. E' di nuovo tempo di caccia alle streghe

Anche se sei un’icona della sinistra tedesca, una che negli anni Settanta lottava contro il dominio dei maschi nel mondo della satira, una che per anni ha scritto pagine infuocate per difendere il femminismo, quando tocchi l’islam ti scotti subito, piovono gli anatemi e sorgono comitati improvvisi della bienpensance per reclamare la revoca di tutti i tuoi premi e riconoscimenti. In Germania è scoppiato il caso Franziska Becker, un caso Charlie Hebdo in salsa tedesca, con la celebre vignettista e collaboratrice del magazine femminista Emma vittima di un processo pubblico in “islamofobia”, per alcune sue caricature giudicate razziste e discriminatorie nei confronti dell’islam. “Le caricature sono belle quando ridicolizzano i potenti e non quando se la prendano contro quelli che sono in basso. È per questo motivo che le caricature anti musulmane di Charlie Hebdo erano pessime. È una questione di potere”, ha detto il giornalista ed editore Jakob Augstein, contrario all’attribuzione del premio Hedwig-Dohm (dal nome di una delle pioniere del femminismo tedesco nel Diciannovesimo secolo) a Franziska Becker.

 

Come Augstein, molti intellettuali e editorialisti della sinistra berlinese hanno dato voce al loro sdegno per la vincitrice del premio che verrà consegnato nella capitale tedesca il prossimo 29 giugno, l’“islamofoba Becker”. La femminista Sibel Schick ha detto che l’Hedwig-Dohm di quest’anno ricompenserà un lavoro “misogino”, mentre Theresa Bücker, caporedattrice del magazine femminile Edition F, ha espresso il suo pensiero su Twitter: “Pfff. Ho appena visto alcune sue vignette. Ho le vertigini, sono spesso razziste, e soprattutto contro le donne che portano il velo”.

 

“Sono accuse assurde!”, ha reagito la disegnatrice tedesca, nata nel 1949. Da cinquant’anni la Becker collabora con Emma, fondato dall’étoile del femminismo tedesco, Alice Schwarzer, amica di Simone de Beauvoir. E non ha mai risparmiato nessuno. È stata una delle prime a trattare con ironia il tema del sessismo negli anni Settanta, ha disegnato caricature molto dure nei confronti della Chiesa cattolica, e da libera pensatrice ha preso di mira anche l’islam. “È la prima querelle tedesca con al centro delle vignette satiriche”, ha attaccato Alice Schwarzer, impegnata da tempo contro gli islamisti che ha definito “i fascisti del Ventunesimo secolo” e contro gli utili idioti occidentali che li favoriscono. “Il tempo dell’ideologizzazione, della polizia del pensiero e della censura è arrivato”, ha aggiunto la fondatrice di Emma.

 

Franziska Becker realizza vignette sui “fanatici dell’islam” e sui “propagandisti del burqa” dal 1991, ha sottolineato la Schwarzer, ma non ha mai suscitato indignazioni fino ad oggi. “Ventotto anni dopo la sua prima caricatura contro l’islamismo, ecco che la Becker viene rimproverata di essere ‘islamofoba’ e ‘razzista’. Una blogger di origini turche ha iniziato a protestare e l’hanno seguita”, ha spiegato la femminista tedesca. In chiusura, la Schwarzer, uscita dal pantheon delle nuove generazioni di femministe da quando ha iniziato a denunciare l’islam politico che si insinua nella società europea, ha affermato di essere “fiera” che Emma sia stato, affianco a Charlie Hebdo, il primo giornale al mondo a pubblicare le caricature di Maometto per solidarietà con il danese Kurt Westergaard del Jyllands Posten. Ma a Berlino, ora, è tempo di caccia alle streghe. Islamofobe.

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