Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con il primo ministro vietnamita, Nguyen Xuan Phuc . Foto LaPresse

Conte a Hanoi, Moavero a Tokyo. Confusione sulla Via della Seta

Giulia Pompili

Il premier e il ministro coltivano relazioni in paesi cruciali per il nostro business. Il problema, però, resta sempre lo stesso: qual è la strategia?

Roma. Con una certa sincronicità junghiana, sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi si trovavano in Asia oggi. Il primo, su invito dell’ex presidente del Consiglio Enrico Letta che è presidente dell’Associazione Italia-Asean, ha fatto una brevissima visita in Vietnam, a Hanoi, a inaugurare la due giorni di dialogo sul business tra Italia e paesi dell’area Asean. Moavero invece è in missione in Giappone, una visita che “si inserisce nella cornice della forte attenzione dedicata al continente asiatico”. Oggi il ministro degli Esteri ha avuto un colloquio bilaterale con il primo ministro giapponese Shinzo Abe, che nel frattempo è molto impegnato a promuovere una strategia “alternativa” alla Via della Seta cinese che si chiama “Free and Open Indo-Pacific strategy”. Diplomazia, e c’è solo da rallegrarsi del fatto che due figure del governo italiano di così alto livello facciano “gardening”, come lo chiamava Bob Gates, cioè coltivino relazioni speciali in paesi asiatici cruciali per il nostro business.

   

Il problema, però, resta sempre lo stesso: qual è la strategia? Il 23 marzo scorso l’Italia si è impegnata a firmare, prima tra i paesi del G7, un memorandum d’intesa con la Cina dalla poca sostanza commerciale ma che ha modificato la sua postura a livello internazionale. In Asia la situazione è ancora più complicata: invece di concentrare i propri sforzi sul coltivare il rapporto con il Giappone, con cui abbiamo appena inaugurato un trattato di libero scambio negoziato a livello europeo e con cui condividiamo valori e princìpi democratici, la politica estera italiana si è concentrata sul sostanziale smantellamento dei vecchi consolidati rapporti con gli alleati tradizionali. Oltre alla Cina, Hanoi sembra al centro degli interessi del governo, visto che a maggio anche Moavero (tra i pochi ministri enere una certa coerenza con il lavoro della Farnesina) aveva fatto una visita in Vietnam e Singapore. E anche con il Vietnam l’Ue ha finito di negoziare un trattato di libero scambio sul quale però, recentemente, il governo italiano ha espresso dei dubbi. Ma capirci qualcosa, con la politica estera del governo gialloverde, è sempre più difficile. Ogni ministro ha una sua agenda personalissima, la strategia collettiva sempre più fumosa. Chi verrà dopo avrà un gran lavoro da fare, soprattutto in Asia. 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.