L'Italia è sola in Europa anche sul riconoscimento di Guaidó

La risoluzione a favore del neopresidente è stata approvata con 439 Sì contro appena 104 No e 88 astensioni. Tra questi ultimi anche M5s e Lega

Maurizio Stefanini

Il Parlamento europeo ha riconosciuto Juan Guaidó come legittimo presidente del Venezuela, con il decisivo impulso del presidente Antonio Tajani, ma con l'astensione dei due partiti del nostro governo (oltre a qualche altro esponente del Pd). Eppure, fino a ieri, M5s e Lega avevano manifestato idee diverse sul regime di Nicolas Maduro. Con un comunicato del suo gruppo alla commissione Esteri del Senato, gli eurodeputati grillini avevano ripetuto che riconoscere Guaidó avrebbe innescato in Venezuela un “effetto Libia. La Lega, appena una settimana fa, aveva invece rilasciato un comunicato stampa in cui si chiedeva che Italia e Ue riconoscessero il nuovo presidente per “spazzare via la dittatura comunista di Maduro”.

 

L'esito del voto conferma l'isolamento europeo delle forze italiane di governo, dal momento che la risoluzione è stata approvata con 439 Sì contro appena 104 No e 88 astensioni. Un esito d'altronde scontato, dopo che popolari e socialisti avevano preannunciato il proprio assenso. Anche i liberali dell'Alde avevano subito aderito, pur spiegando di non poter garantire per tutti i loro eurodeputati. La risoluzione è non legislativa e non vincolante, ma l'assemblea, riunita in una mini plenaria, ha chiesto all'Alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri, Federica Mogherini, e agli stati membri a fare altrettanto fino a quando non saranno indette nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili per ripristinare la democrazia in Venezuela.

  

 

“Cari colleghi, vorrei iniziare affrontando un tema che ci rattrista profondamente: la situazione in Venezuela”, aveva esordito a inizio seduta Antonio Tajani. “Come sapete, la scorsa settimana, durante le manifestazioni contro il regime, il Presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó si è autoproclamato presidente ad interim, sulla base delle disposizioni della Costituzione venezuelana. Gran parte della comunità internazionale lo ha, in seguito, riconosciuto come tale, in particolare gli stati dell’America latina, Stati Uniti e Canada. Durante le proteste sono morte oltre 40 persone e quasi 900 manifestanti sono stati arrestati. Questa sera e sabato prossimo il popolo venezuelano tornerà nelle strade per chiedere democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani”. Nel corso del suo intervento, Tajani ha poi confermato di avere parlato al telefono con Guaidó, “nostro unico interlocutore, per assicurargli l’appoggio del Parlamento europeo”.

 

Come ha ricordato sempre Tajani, il Parlamento Europeo “durante questa legislatura si è già pronunciato otto volte sul Venezuela. Nessun altro paese ha ricevuto tanta attenzione. Purtroppo, la situazione ha continuato a peggiorare e siamo giunti al punto di non ritorno. Il regime di Maduro ha portato oltre 3 milioni di persone a abbandonare il proprio paese. Si tratta del più importante fenomeno migratorio nella storia dell’America latina. Se le cose non cambieranno al più presto in Venezuela, la situazione si aggraverà ulteriormente, con conseguenze disastrose e ripercussioni in tutta la regione”. “Di fronte agli eventi della scorsa settimana, il Parlamento non può rimanere in silenzio”. “Nel 2017 abbiamo consegnato il Premio Sakharov all'opposizione democratica del Venezuela. Siamo stati la prima istituzione a denunciare le violazioni dei diritti umani, i primi a chiedere sanzioni contro il regime e una strategia regionale per aiutare a gestire la crisi dei rifugiati. Ad alcuni paesi interessa esclusivamente il petrolio. A noi interessa la gente, ci interessano le sofferenze della popolazione venezuelana”. “Di fronte a eventi di questa portata, quando è in pericolo la democrazia, non possiamo che schierarci per la libertà, e per i diritti umani, e contro chi li opprime”.

 

Con il voto di giovedì, l'Europarlamento ha richiesto agli stati membri di riconoscere i rappresentanti nominati dalle autorità legittime del Venezuela. I deputati condannano inoltre la feroce repressione e la violenza, che hanno provocato vittime, e chiedono alle autorità venezuelane de facto di far cessare tutte le violazioni dei diritti umani e far sì che i responsabili siano chiamati a renderne conto. A questo proposito, sostengono la richiesta del Segretario generale delle Nazioni Unite di condurre un'indagine indipendente e completa sulle uccisioni perpetrate. Il Parlamento chiede infine all'Alto rappresentante di impegnarsi con i paesi della regione per creare un gruppo di contatto che possa mediare fra le parti e raggiungere un accordo sulla richiesta di "elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili sulla base di un calendario comune, di condizioni eque per tutti gli attori coinvolti, della trasparenza e del monitoraggio internazionale".

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