Juan Guaidó. Foto LaPresse

E l'Italia sul Venezuela cosa fa?

Luciano Capone

I sovranisti stanno sempre a chiedere cosa fa l’Europa, ma in questo caso è l’Italia che si contraddice di continuo

“E l’Europa cosa fa?”. La domanda preferita e ricorrente degli antieuropeisti e degli euroscettici rivolta – molto spesso a ragione – di fronte alle indecisioni, alle esitazioni dell’Unione europea sulle tematiche di politica estera stavolta, sulla vicenda del Venezuela, non può essere fatta. Anzi, andrebbe ribaltata verso i sovranisti: “E l’Italia cosa fa?”. Perché il Parlamento europeo una decisione l’ha presa: oggi, riunito in sessione plenaria, ha riconosciuto a larghissima maggioranza il presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó come legittimo presidente del Venezuela al posto dell’autocrate Nicolás Maduro. Oltre al Parlamento europeo, hanno già preso una posizione di netta condanna al regime di Maduro i massimi rappresentanti dell’Unione, dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al presidente del Parlamento Antonio Tajani.

    

E l’Italia cosa fa? Il governo “sovranista” non ha una linea. La Lega si è espressa nettamente contro Maduro. Il M5s con il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che si è messo addirittura a prendere in giro il presidente francese Emmanuel Macron accusandolo di non essere in linea con l’Europa, adesso è fuori linea rispetto all’Europa: “L’Italia non riconosce Guaidó perché siamo totalmente contrari al fatto che un paese o un insieme di paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro paese”. Eppure questo principio di “non ingerenza” è stato smentito dal suo superiore, il ministro degli Esteri Enzo Moavero: “L’Unione europea, con il pieno sostegno dell’Italia, ha sempre insistito su cinque punti: il pieno ripristino e rispetto dei poteri dell’Assemblea nazionale, che fossero indette elezioni presidenziali credibili, il rilascio di tutti i prigionieri politici, la piena garanzia della libertà di informazione ed espressione, l’apertura di corridoi umanitari”. Ma chi deve eventualmente indire, organizzare e gestire le elezioni? Maduro o Guaidó? L’Italia sovranista, che non vuol far decidere gli altri al posto suo, non ha una posizione e si astiene sovranamente dal prenderne una. Si sta dalla parte della libertà o della dittatura? Del Parlamento esautorato o dell’autocrate che lo chiude? Del popolo che protesta democraticamente o di chi lo affama? Sul Venezuela l’Europa ha scelto da che parte stare. E l’Italia cosa fa?

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali