La premier britannica Theresa May (Foto LaPresse)

Il voto di sfiducia su Theresa May

Gregorio Sorgi

Sono arrivate le 48 lettere dei deputati conservatori, che in serata voteranno sulla leadership della premier 

I deputati del Partito conservatore britannico hanno spedito le 48 lettere necessarie per convocare un voto di sfiducia contro la leader Theresa May. Lo ha annunciato stamattina alla Bbc il presidente del gruppo parlamentare dei Tories, Graham Brady, che ieri sera lo ha comunicato alla premier. Il voto si svolgerà oggi nel tardo pomeriggio e basterà la maggioranza dei consensi del gruppo parlamentare, pari a 158, per sfiduciare la May. È stata proprio la premier a chiedere di svolgere il voto in giornata per evitare che col passare del tempo potesse crescere il malcontento verso di lei. La conseguenza di una sua eventuale sconfitta sarebbero nuove primarie nel Partito conservatore, non elezioni anticipate. Il successore della May alla guida dei Tories diventerebbe il nuovo primo ministro. Parlando con i cronisti fuori da Downing Street, la May ha spiegato che le eventuali primarie "causeranno un'incertezza che non ci possiamo permettere in questo momento". Inoltre, ha spiegato la premier, bisognerebbe estendere l'Articolo 50, e dunque fare slittare la Brexit oltre il 29 marzo 2019, a causa di un cambio di leadership tra i conservatori. 

I ministri più importanti del governo hanno espresso il loro sostegno a Theresa May. Savid Javid, il ministro dell'Interno e uno dei possibili successori della premier, ha detto che "l'ultima cosa di cui il paese ha bisogno sono le primarie del Partito conservatore. Sarebbe una mossa sbagliata e auto-referenziale. Il primo ministro ha il mio pieno sostegno ed è la persona giusta per assicurare che lasciamo l'Ue il 29 marzo". Michael Gove, il ministro dell'Ambiente e uno degli sfidanti della May nelle primarie del 2016, ha scritto su Twitter: "Sostengo la premier al 100 per cento - e spero che i deputati conservatori facciano lo stesso. Sta combattendo duramente per il nostro paese e nessuno meglio di lei può far rispettare la scelta dei cittadini britannici di lasciare l'Ue". Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri, Jeremy Hunt, e il ministro della Giustizia, David Gauke. Nessuno tra i deputati brexiteers più importanti ha ammesso di avere spedito una lettera contro la May. 

 

Se la premier dovesse essere confermata come leader del partito non sarà più possibile chiedere una mozione di sfiducia per i prossimi 12 mesi. In questo caso, l'unica via per liberarsi della May sarebbe un voto di sfiducia in Parlamento, che il Labour ha detto di volere convocare "al momento opportuno". Lunedì la premier aveva deciso di posticipare il voto in Parlamento sulla Brexit, inizialmente previsto per martedì. La premier britannica aveva programmato un viaggio nelle capitali europee per ottenere delle concessioni dagli stati membri che avrebbero rassicurato i deputati conservatori. 

Un retroscena del Times spiega che alcuni dei fedelissimi della May gli avevano consigliato di convocare un voto di sfiducia, puntando su una sua eventuale riconferma. I membri del governo più vicini alla premier avevano proposto di spedire una lettera quando la sua posizione all'interno del partito era più forte. Tuttavia, secondo la ricostruzione del Times, la May si era sempre rifiutata di seguire questa strategia. E ci sono pochi dubbi che le ultime lettere invitate provengano da chi non la vuole più come leader. La posizione della premier, dopo il rinvio di lunedì, è più debole che mai e i deputati a lei più ostili hanno pensato che fosse il momento giusto per rimpiazzarla. 

Questa sera si vota la fiducia alla May, che lunedì, rimandando il voto sulla Brexit, si è offerta alla macelleria, per calcolo e debolezza - e secondo me è ora insalvabile. Che cosa vogliano i golpisti non lo sa nessuno, credo nemmeno loro https://t.co/ul0grOepMo

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