Gli estremisti islamici protestano contro l'assoluzione di Asia Bibi (Foto LaPresse)

“Theresa May ha rifiutato l'asilo ad Asia Bibi”. Londra capitola agli islamisti

Giulio Meotti

La premier teme per la sicurezza dei diplomatici britannici a Islamabad. Le dimissioni di Chishti e le critiche dei conservatori 

Roma. Sei anni fa, una ragazza pachistana ridotta in fin di vita dagli integralisti islamici arrivò nel Regno Unito per essere operata e ricoverata nell’ospedale Queen Elizabeth di Birmingham. Si tratta, come è noto, di Malala Yousafzai, musulmana e futuro premio Nobel per la Pace e simbolo della lotta delle ragazze per avere una istruzione. Malala oggi vive in Inghilterra, che le ha concesso l’asilo politico. Oggi, però, a un’altra cittadina pachistana, Asia Bibi, una cristiana anche lei vittima degli integralisti islamici del suo paese che l’hanno tenuta nel braccio della morte per dieci anni, il Regno Unito rifiuta di concedere l’asilo.

 

Ieri i giornali inglesi hanno raccontato che dietro allo scandaloso diniego ci sarebbe la stessa Theresa May. Il destino di Asia Bibi aveva spinto il ministro dell’Interno, Sajid Javid, a perorare la causa della donna pakistana per farle avere l’asilo nel Regno Unito. Ma il suo piano sarebbe fallito dopo che la May è stata convinta che lasciare entrare Asia Bibi avrebbe “alimentato le tensioni” tra i musulmani britannici. Javid era stato sostenuto nella sua battaglia anche dal ministro degli Esteri Jeremy Hunt, mentre i funzionari del Foreign Office sostenevano che permettere ad Asia Bibi di trovare rifugio nel Regno Unito avrebbe messo in pericolo la “sicurezza” dei diplomatici britannici a Islamabad. Una fonte del governo ha detto: “Sajid era molto scettico nei confronti del parere ufficiale e aveva spinto fortemente perché le fosse dato l’asilo. Alla fine il dossier è arrivato sulla scrivania del primo ministro, ma ha seguito il consiglio dei funzionari”.

 

Qamar Rafiq, attivista per i diritti umani che aveva promosso la campagna per Asia Bibi in Gran Bretagna, ha dichiarato: “Non solo io, ma molti cristiani sono delusi dal governo britannico che non l’ha accolta”. Joseph Nadim, un attivista cristiano e amico di Asia Bibi in Pakistan, ha detto che “se rimarrà qui a lungo sarà uccisa. Sono deluso che il Regno Unito non abbia offerto asilo”. Tra le dimissioni innescate dal progetto di accordo sulla Brexit con l’Unione europea una si è distinta. Il vicepresidente del Partito conservatore, Rehman Chishti, ha detto che il fallimento del governo britannico nel concedere asilo ad Asia Bibi è stato un fattore scatenante la sua decisione di dimettersi.

 

Wilson Chowdhry, presidente dell’Associazione cristiana pachistana britannica, aveva già rivelato all’Huffington Post che “portato a credere che il governo del Regno Unito teme che il suo trasferimento nel Regno Unito causi problemi di sicurezza e disordini tra alcune parti della comunità e possa essere anche una minaccia alla sicurezza per le ambasciate britanniche all’estero che potrebbero essere prese di mira dai terroristi islamici”. Il Foreign Office ha poi ammesso che la paura di attacchi al personale diplomatico ha influenzato la decisione di non concedere l’asilo ad Asia Bibi. Nella sua lettera di dimissioni, Chishti ha scritto: “Ho trovato scioccante che il governo britannico non stia mettendo in pratica i valori fondamentali che il nostro paese rappresenta: libertà religiosa, giustizia, fare moralmente la cosa giusta, e che quando vediamo un’ingiustizia in cui la vita di un individuo è in pericolo ed è perseguitata per la sua fede, facciamo tutto il possibile per aiutarla”.

 

In effetti, è difficile pensare a qualcuno più meritevole di asilo in Inghilterra di Asia Bibi, anche considerando un recente rapporto del Times che conferma che decine di “spose dell’Isis” torneranno in patria dalla Siria per godere di tutti i diritti e benefici della cittadinanza britannica, che avevano rifiutato quando si erano unite alla follia di un progetto di omicidio di massa come quello dell’Isis, per la promozione della schiavitù sessuale e della sharia. Il loro ritorno in Gran Bretagna non causerebbe “disordini in alcune parti della comunità”? “Questa è una capitolazione storica del nostro ministero dell’Interno e degli Esteri che invia un messaggio sbagliato agli estremisti”, ha detto Chowdhry su Asia Bibi. Il mese scorso Lord Alton, un parlamentare cattolico inglese, era andato a Islamabad per incontrare Saqib Nasir, uno dei tre giudici che hanno assolto Bibi. Ha detto Alton: “La nostra incapacità di parlare o agire è stata vergognosa”.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.